Associazione per delinquere con altre persone nei cui confronti si procede a piede libero finalizzata all’esercizio di case di prostituzione ed a una serie indeterminata di condotte di agevolazione e sfruttamento della prostituzione. Queste le accuse a carico di Nicola Pecchia, nato a Napoli (classe 79) e residente a Villaricca; Caterina Taglialatela, classe 86, residente a Villaricca; Emanuele Martinelli, classe 90, residente a Villa Literno. Nei loro confronti i militari della stazione dei carabinieri di Santa Maria Capua Vetere, coadiuvati dai colleghi della locale compagnia, hanno eseguito un’ordinanza cautelare (arresti domiciliari) emessa dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, nei confronti dei tre soggetti.

Nel corso di circa tre mesi di intensa e concentrata attività investigativa (marzo/maggio 2012), sono emersi, in particolare, elementi utili a stabilire che gli odierni indagati avevano costituito una complessa rete di relazioni e di attività finalizzate a gestire, in virtù di contratti di locazione, una serie di appartamenti (ubicati soprattutto tra Caserta, Santa Maria Capua Vetere e San Nicola La Strada); all’interno dei locali venivano ospitati giovani donne e transessuali, quasi tutti provenienti dal Sudamerica, che vi esercitavano la prostituzione. Le investigazioni avevano tratto spunto, all’inizio, dall’attività preventiva di capillare controllo del territorio svolta quotidianamente dai carabinieri, che li aveva portati a notare un singolare via vai di persone da un appartamento sito nel comune di Santa Maria Capua Vetere.

L’accesso dei militari all’interno di tale appartamento aveva consentito di verificare che vi si svolgeva attività di prostituzione, nonché di identificare alcuni dei soggetti ai quali facevano capo le persone (donne e transessuali) dedite all’attività medesima. Il prosieguo dell’attività di indagine, condotta anche con l’ausilio di intercettazioni telefoniche, aveva permesso successivamente di accertare che gli odierni arrestati gestivano vari altri appartamenti, nei quali veniva esercitata analoga attività.

Gli indagati traevano profitto dall’attività di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, ma soprattutto speculavano sulla differenza tra l’importo da loro versato ai proprietari dei locali (circa 300/350 euro al mese per ciascun appartamento) e quello da loro preteso dalle prostitute alle quali sublocavano gli appartamenti (7/800 euro alla settimana). Le persone dedite alla prostituzione permanevano in genere nei locali per non più di una o due settimane. Gli appartamenti, sempre situati in zone appartate, tali da assicurare segretezza e discrezione, venivano locati grazie ad agenzie immobiliari, dal capo dell’organizzazione, il Pecchia, che peraltro li intestava spesso fittiziamente – servendosi a volte anche di documenti falsi – a terze persone o ad altri componenti dell’associazione. Nel corso dell’attività investigativa, venivano individuati e sottoposti a sequestro ben otto appartamenti. All’esito delle indagini, dunque, sono venuti in luce consistenti elementi di prova sia in relazione all’esistenza dell’organizzazione, sia alla ripartizione dei ruoli tra gli associati.

Il capo dell’organizzazione, il Pecchia, era quello che si occupava di locare gli appartamenti e di reclutare prostitute, nonché di recarsi all’aeroporto o alla stazione a prelevare i nuovi arrivati per accompagnarli presso gli appartamenti locati. Gli altri due si avvicendavano in attività di cooperazione e ausilio, coadiuvando il capo. Caterina Taglialatela si occupava di curare ogni necessità delle prostitute e dei transessuali (procurando loro asciugamani, salviette, lenzuola, cuscini, sostanza stupefacente, lubrificante, e così via), oltre che di riscuotere il canone di locazione, in alcuni casi ricorrendo a minacce. Il terzo soggetto, un giovane di circa 22 anni, si occupava, tra l’altro, della manutenzione degli appartamenti e provvedeva, ad esempio, anche alle piccole riparazioni, o accompagnava il Pecchia a prelevare le donne all’aeroporto o alla stazione, ecc. Nel corso dell’attività investigativa venivano identificati sedici soggetti dediti alla prostituzione (donne e transessuali) e venivano rinvenuti e sequestrati svariati quantitativi di stupefacenti, verosimilmente utilizzati dagli stessi nel corso dell’attività. Oltre ai tre soggetti arrestati, sono state denunciate a piede libero altre cinque persone.

 

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