Sette chili di marijuana intercettati e un corriere in manette. Nuova operazione della squadra mobile di Caserta e di Casal di Principe, coadiuvata dalla polizia stradale di Capua. In manette è finito Enea Dervishanji, il quale veniva intercettato all’altezza del km 732 dell’autostrada A1, direzione sud, poco prima dell’uscita di Caserta Nord, nel territorio di Casagiove.
Nonostante le pattuglie avessero intimato l’alt, l’albanese accelerava repentinamente la marcia e accerchiato dai cinque equipaggi impegnati nell’operazione tentava un estremo tentativo di fuga: infatti, frenava bruscamente e discendeva dal veicolo, che lasciava di traverso nella corsia di destra vicino al guardia-rail, che scavalcava velocemente ma inutilmente, poiché veniva raggiunto dai poliziotti dopo pochi metri. La successiva perquisizione permetteva di rinvenire nel portabagagli della vettura un borsone contenente 12 panetti di marijuana per un peso complessivo di 7 kg.
L’operazione di ieri è frutto di precise strategie investigative intraprese nelle scorse settimane dalla Squadra Mobile di Caserta che hanno portato gli agenti a rivolgere l’attenzione nei confronti di cittadini albanesi che dimorano tra Casal di Principe ed il litorale domitio, sospettati di essere coinvolti in attività illecite. Pertanto, sono state avviate diffuse ed ininterrotte attività di osservazione e pedinamento che negli ultimi giorni hanno permesso di riscontrare come gli albanesi rappresentino uno dei gruppi etnici più spregiudicati sotto il profilo criminale, come dimostrato pochi giorni addietro dall’arresto, da parte della Squadra Mobile di due connazionali del Dervishanji, anch’essi sorpresi in possesso di ingenti quantitativi di marijuana.
Le recenti operazioni confermano, come già rilevato dalle analisi della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga, che il traffico internazionale degli stupefacenti trovi nella direttrice balcanica una delle vie di accesso più praticate per l’immissione sul mercato europeo degli stupefacenti, anche in considerazione che la canapa indiana – di cui hascisc e marijuana sono derivati – coltivata in quella regione risulta di una qualità notevolmente superiore a quella proveniente dai paesi del Nord Africa ed in particolare dal Marocco, tradizionali produttori di tale stupefacente.