Era in mano al clan dei Casalesi il business delle slot machine in provincia di Roma. Il potente clan di Terra di lavoro era riuscito a garantirsi la gestione monopolistica e violenta del settore della produzione, installazione, distribuzione e noleggio delle slot, nonché l’esercizio organizzato delle scommesse e del gioco, non solo in Campania, ma anche nel Lazio e in alcuni quartieri della città di Roma.
A rivelarlo un’indagine, coordinata dai magistrati della DDA di Napoli, conclusasi con l’esecuzione di due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone. Ordinanze eseguite dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma, su disposizione del Gip del Tribunale di Napoli. I 15 sono accusati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, usura, estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza, detenzione illegale di armi, delitti aggravati dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa e dalla metodologia mafiosa dell’azione.
L’operazione odierna ha portato al sequestro di beni mobili e immobili, società e disponibilità finanziarie, per un valore stimato in 30 milioni di euro. In particolare, l’indagine ha riguardato il territorio di Acilia, dove i Casalesi erano riusciti a creare, anche grazie all’ausilio di residenti, una società attraverso la quale, con modalità violente, veniva gestito un monopolio nella distribuzione delle slot.
Campione boxe per spedizioni punitive
Il pugile di cui l’organizzazione composta da 15 persone legate al clan dei Casalesi e sgominate dalla Finanza di Roma di cui, secondo l’accusa, ci si serviva per intimidire i rivali è Orial Kolaj, di 30 anni, albanese naturalizzato italiano e vincitore in passato di campionati italiani ed europei dei pesi medio-massimi. Oltre a lui anche altri albanesi, soprannominati ‘i pugilatori’, prendevano parte alle spedizioni punitive.