Furti e rapine a Caserta e provincia con la tecnica della “spaccata”. Arrestati sette soggetti di etnia rom provenienti dal campo nomadi di Giugliano in Campania, nel Napoletano. Una ventina gli episodi incriminati, in danno di banche, gioiellerie e negozi di telefonia. Fondamentali per le indagini sono state le immagini registrate dai sistemi di video sorveglianza degli esercizi commerciali presi di mira dal gruppo. La squadra mobile di Caserta diretta da Filippo Portoghese ha infatti eseguito un’ordinanza di misura cautelare emessa dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Rosaria Dello Stritto, su richiesta della Procura diretta da Maria Antonietta Troncone, a carico di sette persone, tutti stranieri, ritenuti responsabili di una serie di atti furti con le cosiddette “spaccate”, commessi a Caserta e provincia negli ultimi mesi. L’indagine ha avuto origine da 17 furti, consumati e tentati, posti in essere dallo scorso mese di settembre 2018 in banche, gioiellerie e negozi di telefonia, sia nel pieno centro di Caserta che in provincia. Le indagini si sono concentrate, sin dal primo momento, su una serie di soggetti, provenienti dal campo nomadi di Giugliano in Campania, a carico dei quali sono state avviate attività tecniche. Dalle prime indagini è emerso il coinvolgimento di queste persone in un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti e rapine in danno di gioiellerie, istituti di credito e negozi di telefonia mediante la tecnica della «spaccata». Dall’indagine, diretta dalla procura della Repubblica e delegata alla locale squadra mobile, è emerso che gli indagati, dopo aver individuato gli esercizi commerciali da depredare, attraverso ripetuti sopralluoghi, effettuati in pieno giorno ed in orari non sospetti, li raggiungevano, poi, di notte, con auto di grossa cilindrata, sulle quali venivano apposte targhe, rubate poco prima. I ladri entravano nei locali sfondando le vetrine con un ariete in ferro ed altri strumenti per lo scasso. Una volta all’interno, razziavano oggetti preziosi nelle gioiellerie, cellulari/tablet nei negozi di telefonia e casseforti negli istituti di credito. Le auto utilizzate erano dotate di motore ‘truccatò per riuscire a sfuggire ad inseguimenti delle forze dell’ordine.