Dietro compenso avevano offerto al clan dei Casalesi rispettivamente il proprio stabilimento balneare e la propria abitazione per nascondere armi e per svolgere summit di camorra: due pregiudicati sono stati arrestati stanotte dalla Squadra Mobile di Caserta – diretta dal vice questore aggiunto Angelo Morabito – con l’accusa di favoreggiamento.

Si tratta Antonio Manzo, di 42 anni, e di Rosaria Di Giacomo, di 43 anni, ai quali è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Procura Antimafia. Manzo è anche accusato di detenzione illegale di armi comuni e da guerra. Per conto del clan ha nascosto pistole e mitragliatori Kalashnikov nel suo stabilimento balneare, il “Lido Felix” di località Ischitella a Castel Volturno.

Secondo quanto accertato nel corso delle indagini, suffragate anche dalle dichiarazioni di alcuni pentiti, durante gli incontri venivano pianificate le strategie criminali del gruppo Bidognetti del clan dei Casalesi. In una circostanza, il titolare di un lido che si era rifiutato di pagare il pizzo, fu condotto con la forza nell’abitazione di Di Giacomo dove alcuni emissari dei Casalesi gli puntandoro una pistola in bocca per costringerlo a pagare la tangente. Alla Di Giacomo vennero corrisposti 4-500 euro per la sua “prestazione” e la cifra le veniva consegnata ogni volta che ospitava i camorristi. Gli arresti di oggi sono stati effettuati nell’ambito dell’operazione “hot beach” del 19 novembre del 2011 durante la quale vennero arrestati cinque affiliati all’ala Bidognetti del clan dei Casalesi per estorsione continuata aggravata dal metodo mafioso. L’attività investigativa consentì di fare luce sulle attività estorsive nei confronti dei gestori di numerosi stabilimenti balneari tra Castel Volturno e Mondragone, nel Casertano, oltre che sull’alleanza stipulata tra i Casalesi e i clan dei Mallardo di Giugliano in Campania e dei Licciardi del quartiere Secondigliano di Napoli.

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