Praticava estorsioni ed intimidazioni a commercianti ed a politici locali il gruppo criminale legato ai Casalesi sgominato con le 19 ordinanza eseguite nella notte dai carabinieri nel Casertano. Numerosi i fatti di sangue contestati al gruppo, guidato dal 45enne Nicola Di Martino, già destinatario una settimana fa di un’ordinanza nell’operazione della Dda di Napoli denominata “Spartacus Reset”, e da Carmine Lanzetta. Tra gli arrestati nell’ operazione di oggi (17 in carcere, 2 ai domiciliari) c’è anche la convivente di Di Martino, Olimpia Del Core, 40 anni, che prendeva parte a tutti i summit di camorra. Nel provvedimento sono contestate le intimidazioni all’attuale sindaco di Teverola Biagio Lusini, datate 2010. La prima con il lancio di una testa di bufala nel cortile della sua abitazione. Lusini, in quell’occasione, non denunciò l’accaduto. La seconda intimidazione avvenne nella notte tra il 17 e 18 aprile, pochi giorni dopo la rielezione a sindaco di Lusini, e fu realizzata dai fedelissimi del gruppo, Eduardo Rega e Carmine Lanzetta, che spararono alcuni colpi d’arma da fuoco contro il portone dell’ abitazione di Lusini, che denunciò il fatto ai carabinieri, dando così il via all’indagine. Il pentito Giustino Improda ha spiegato il motivo delle intimidazioni. Egli stesso ammette di aver preso parte al primo episodio con il lancio della testa di animale. “Queste attività intimidatorie – ha raccontato Improda agli inquirenti – derivavano dal rifiuto del sindaco di trattare con Nicola Di Martino per gli appalti a Teverola”. Il gip censura però l’atteggiamento di Lusini e del Consiglio comunale di Teverola, parlando di “condotta omertosa”, visto che nella riunione del consiglio comunale del 18 aprile “non è riscontrato neppure un cenno al predetto attentato”. Tale atteggiamento deve attribuirsi “alla consapevolezza – scrive il Gip – del sindaco e della stessa amministrazione della provenienza della minaccia dal soggetto dominante nella zona e non da altri di minor calibro”. C’è poi l’efferato omicidio, avvenuto nel marzo 2010, dell’affiliato Salvatore Ricciardi, colpito a morte mentre era in auto perché voleva chiedere il pizzo in proprio. I sicari dettero fuoco alla vettura e al cadavere. Da registrare anche il tentato omicidio di due rom minorenni colpevoli di aver compiuto un furto a casa della moglie dell’ex reggente dei casalesi Aldo Picca. Sei le estorsioni a commercianti della zona documentate nell’ordinanza. Per chi non voleva pagare scattava l’intimidazione con bombe carta o spari contro l’ abitazione. “Abbiamo smantellato un’organizzazione molto agguerrita e ben armata facente parte del clan Schiavone, responsabile di omicidi, attentati intimidatori, estorsioni e di un rilevante traffico di droga”, ha detto il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Caserta Giancarlo Scafuri.