Gestivano un traffico d’armi internazionale avvalendosi anche dell’aiuto di professionisti esperti del settore e addirittura consulenti del tribunale, magistrati, titolari di armerie e di licenze per la disattivazione ed inertizzazione di armi da guerra. Il traffico veniva compiuto con l’ausilio di stranieri
, che introducevano le armi in Italia. Il crimine è stato scoperto dai carabinieri di Santa Maria Capua Vetere a conclusione di indagini coordinate dalla locale Procura della Repubblica che hanno interessato anche le Procure di Roma e Lecce. Cinque le persone destinatarie di provvedimenti restrittivi emessi dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed eseguiti dai carabinieri nelle province di Caserta, Roma, Isernia e Firenze: Gabriele D’Addio, di 54 anni di Santa Maria Capua Vetere, già titolare di un’armeria ed inserito nell’elenco dei periti e consulenti del Tribunale e Procura della repubblica; Filippo Sparacino di 52 anni, di Scapoli (Isernia) e Giovanni Capone, di 50 anni, di Pesche (Isernia), titolari di un museo di armi antiche; Paolo Del Bravo, di 58 anni, di Roma, titolare di un armeria nella capitale; Gabriele Giovannardi, di 55 anni di Fiorenzuola (Firenze), titolare di una ditta per la costruzione, disattivazione ed inertizzazione di armi da guerra.