CASERTA – Dopo l’operazione del 29 ottobre scorso, i carabinieri assestano un altro duro colpo al clan camorristico Bifone attivo nei comuni di Portico di Caserta e Macerata Campania, arrestando i quattro elementi di vertice della cosca sempre per i reati di usura ed estorsione aggravati dal metodo mafioso. Questa mattina i militari hanno notificato le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA al boss Antonio Bifone, ristretto al 41bis, ai fratelli Alfredo (anch’egli detenuto, ndr) e Nicola e alla moglie Giuseppina Di Caprio.
L’operazione di oggi è la prosecuzione dell’attività posta il 12 novembre scorso quando furono fermati la Di Caprio e Nicola Bifone, considerato l’attuale reggente del gruppo alleato dei Belforte di Marcianise e dei casalesi. A far scattare la contestazione la denuncia di uno degli imprenditori vittima dell’attività di strozzinaggio realizzata dai Bifone; si tratta di un costruttore che il 12 ottobre scorso si è presentato alla stazione dei carabinieri di Macerata Campania raccontando di essersi rivolto nel 2009 ai fratelli Antonio e Alfredo Bifone, allora liberi, per un prestito di 100mila euro, immediatamente ottenuto, e di aver concordato interessi mensili pari al 7% (7mila euro al mese, ndr); l’imprenditore ha poi riferito di essere stato più volte avvicinato e minacciato, anche dopo l’arresto dei due boss, dal terzo fratello Nicola e dalla cognata Giuseppina di Caprio; la consegna dei ratei e le minacce, è emerso durante le indagini, sono avvenute presso la concessionaria d’auto gestita da Nicola Bifone.