Era finito a processo per tre videochiamate porno effettuate nel cuore della notte sul cellulare della ex ragazza di un suo amico. Ma per il giudice non c’era la prova che quelle telefonate, che secondo l’accusa provenivano da un cellulare intestato alla madre del giovane, fossero state effettuate dall’imputato e nemmeno che provenissero dal numero incriminato. E così per un trentenne di Teverola, difeso dall’ avvocato Odette Frattarelli, questo pomeriggio é arrivata l’assoluzione. La vicenda, finita davanti al giudice Carla Fazzini, risaliva al 2011 quando una sera di ottobre una giovane teramana aveva ricevuto due videochiamate porno in cui aveva visto apparire sullo schermo dei genitali, con la voce di un ragazzo che la invitava a mostrare anche lei le sue parti intime. Dopo un momento iniziale di shock la ragazza era corsa a denunciare tutto ai Carabinieri, e proprio davanti al maresciallo che stava prendendo la denuncia aveva ricevuto la terza videochiamata porno, questa volta da numero anonimo. Ma quella che durante le indagini sembrava un certezza, e cioè che il numero da cui erano partite le telefonate appartenesse alla madre del giovane, non ha trovato conferma nel corso del dibattimento. E visto che nelle tre videochiamate non compariva mai il volto dell’imputato, per il giovane é arrivata l’assoluzione.