È sopravvissuto alle barbarie delle grandi guerre ed è forse anche per questo, che ogni anno nel periodo del “Corpus Domini”viene celebrato come una reliquia miracolosa. Il grande crocifisso in mosaico di piastrelle in terracotta, custodito nella cappella commemorativa in fondo a via Raffaele Calderisi, uno dei luoghi, forse per la precisione, il luogo più storico del paese, e stato rubato all’alba di mercoledì scorso. La notizia è stata diffusa da Raffaele Della Corte, rappresentante dell’associazione “Spazio Sociale”onlus, il quale, per diverse volte, nelle ultime ore ha lanciato un appello diretto al cuore di quei balordi che dopo centinaia di anni lo hanno sradicato barbaramente dalla celletta che lo ospitava da sempre, affinché «l’insostituibile» cimelio storico, che non ha alcun valore artistico, sia restituito alla sua città.
IL CIMELIO MIRACOLOSO – Il crocifisso, costruito circa 1700 e alto all’incirca due metri, è rappresenta il fulcro dalle origini oltre che del rione che lo ospita da sempre, anche di un intero paese, infatti, la cappellina venne eretta nel lontano 1700 proprio ai piedi dell’antico casale, fattoria della famiglia Cacciapuoti a poche centinaia di metri dal Palazzo Marchesale. In quest’ultimo luogo infatti, sarebbero custoditi segreti e testimonianze risalenti al 1200. E secondo gli storici, alcuni cavalieri teutoni avrebbero custodito la Sacra Sindone, le bende di Cristo e le Reliquie del Golgota. L’intera fattoria che circondava il castello fu dilaniata e semi distrutta: sopravvisse solo la cappellina che custodiva il crocifisso in mosaico che, sebbene danneggiata, è arrivato fino ai giorni nostri diventando uno dei ricordi più emblematici di una intera comunità. «Purtroppo sappiamo che al momento del furto i ladri hanno danneggiato seriamente la croce», ha dichiarato Della Corte, che oltre ad essere una persona da sempre impegnato nel sociale, tra l’altro e uno dei residenti nativi dello storico rione. «Abbiamo trovato sull’altare e sul pavimento della cappella pezzi di schegge dell’affresco in ceramica che appartengono certamente alla figura di Cristo».
FURTO SU COMMISSIONE O VANDALI – Secondo Raffaele Della Corte, uno tra i primi a sostenere che il furto fosse avvenuto all’alba dello scorso mercoledì: « Così come confermato dai rilievi delle video immagini, non mi sbagliavo sin dall’inizio i furfanti, sono entrati nella cappella, portando via l’immagine sacra del Cristo alle prime luci dell’alba, anche perché alcuni residenti del posto affermavano che fin verso le ore 3,30 della mattina della scoperta del furto e il crocifisso era ancora là». Adesso gli inquirenti sono al lavoro per ritrovare l’importante reliquia: le foto del Cristo in ceramica, e le immagini dei due presunti autori del sacrilego gesto, sono state diffuse sui social, con la speranza che queste arrivino agli antiquari di tutta la zona : «Il crocifisso non ha alcun valore particolare», continua ancora Della Corte, «tranne quello infinito di essere la memoria come origine di un intero paese e di un rione. È quindi, dovrebbe essere difficile, per non dire impossibile venderla sul mercato nero delle opere d’arte. Il furto non è stato portato a termine da ladri d’arte, ma bensì da vandali furfantelli, ovvero persone che volevano cercare di ricavare qualche spicciolo, magari rivendendo il mosaico in qualche mercatino dell’usato. Adesso però per loro tutto e più difficile, visto che le immagini video in cui sono stati ritratti e pubblicati sul web hanno di fatto, evidenziato una pista ancor più chiara determinando l’attenzione su alcuni personaggi noti alle forze dell’ordine». Anche se non è da escludere che il furto possa essere stato commissionato da un fanatico collezionista di cimeli storico religiosi: «Ci sono persone molto strane che sono ossessionate da queste reliquie sacre», dichiara Della Corte. «Temo che il crocifisso possa essere stato rubato per ordine di qualche persona molto ricca che desidera possederlo. Se fosse così», termina «le probabilità di rivedere la croce sono davvero molto scarse».