Arrestati perché se ne andavano in giro con un chilo di cocaina nell’auto. È accaduto in via Calata Capodichino dove gli agenti del commissariato Secondigliano, coordinati dal dirigente Raffaele Esposito, hanno portato al termine l’operazione conclusasi con la cattura dei due e il sequestro della sostanza stupefacente. Un’attività d’impulso nata quando i poliziotti, impegnati in uno straordinario servizio di controllo del territorio, hanno notato il veicolo su cui viaggiavano gli indagati Salvatore Aprea e Ciro Romaniello, entrambi già noti per vecchi precedenti. Il comportamento dei due ha, infatti, insospettito gli uomini della sezione investigativa del IV distretto che hanno deciso di procedere a un più approfondito controllo dell’auto e dei sospettati. Questi, una volta fermati, hanno immediatamente dato segni di nervosismo confermando i sospetti degli agenti che qualcosa non andava. Sospetti che sono diventati una certezza quando, nel corso della perquisizione, è stato recuperato un involucro di cellophane al cui interno è stata trovata una sostanza polverosa che, i successivi esami di laboratori, si è scoperto essere cocaina. Aprea e Romaniello sono stati, quindi, subito tratti in arresto e, dopo le formalità di rito presso gli uffici del commissariato, trasferiti in carcere. Pesanti le accuse mosse nei loro confronti. I due dovranno rispondere dei reati di trasporto e detenzione di stupefacenti. Non solo. Romaniello, nel corso dei controlli, si è scoperto anche essere positivo al Covid ma, nonostante le limitazioni personali che questo comporta, aveva deciso di lasciare il suo domicilio per dedicarsi all’attività criminale. La loro cattura, ad ogni modo, non ha segnato la fine dell’attività investigativa, anzi. I poliziotti, adesso, vogliono scoprire chi fosse il reale proprietario della cocaina e dove questa fosse destinata. Al momento, infatti, sembra essere escluso che i due indagati avessero l’effettiva disponibilità dello stupefacente caduto in sequestro.
Piuttosto, questa l’ipotesi degli investigatori, appare verosimile che fossero stati ingaggiati solo per il suo trasporto ed eventualmente, per la sua custodia. Un’ipotesi alimentata anche dal curriculum criminale dei due, il più noto dei quali sembra essere Aprea. Quest’ultimo, conosciuto con il soprannome di ‘o gemello, è, infatti, ritenuto un rapinatore seriale con l’attivo diversi colpi compreso quello del 2015 ai danni di un piccolo imprenditore cui fu sottratta, sotto minaccia di una pistola giocattolo, una somma appena ritirata alle poste. Originario di Miano, Aprea, tuttavia, non sembra essere inserito in nessuna organizzazione criminale. Lo stesso dicasi per Romaniello, residente nel rione Kennedy. Anche lui, infatti, non risulta inserito in contesti camorristici della zona e, soprattutto, non annovera precedenti per reati associativi. I due, eppure, giravano con cocaina di decine di migliaia di euro di valore. Un piccolo mistero di cui, però, gli agenti del commissariato Secondigliano sono decise a venire a capo.