Chiara Petrolini, 22 anni, è al centro di un’inquietante vicenda che ha sconvolto Traversetolo, Parma, dopo aver partorito e poi ucciso e seppellito i suoi due neonati nel giardino di casa. Le motivazioni del gip Luca Agostini, che ha disposto gli arresti domiciliari, rivelano una personalità fredda e distaccata. Nelle parole del giudice, Chiara ha dimostrato “disprezzo per la vita umana”, con il rischio concreto che possa commettere nuovamente crimini simili se lasciata libera. Quello che emerge dalle indagini è uno spaventoso quadro di indifferenza e insensibilità. Dopo aver seppellito il secondo neonato, Chiara si è recata dall’estetista e ha trascorso la serata in discoteca, dichiarando poi di essere “serena”. Le indagini mostrano come la ragazza abbia continuato a vivere la sua vita quotidiana senza apparenti segni di rimorso. A peggiorare la sua posizione, come riporta Repubblica, sono anche le dichiarazioni fatte alla madre, che scioccata le aveva chiesto: «Ma come hai fatto?». La risposta di Chiara è stata gelida: «Come hai fatto te a partorirmi».
Questo atteggiamento di distacco emotivo e di cinismo è stato sottolineato dal gip che ha descritto la giovane come incapace di provare un vero pentimento, nonostante abbia cercato di minimizzare le proprie responsabilità mentendo durante l’interrogatorio. Il magistrato ha evidenziato come Chiara abbia studiato a lungo il modo di evitare la maternità, con «una costanza degna di miglior causa», e come, a distanza di un anno, abbia compiuto atti simili, dimostrando una preoccupante capacità di reiterare il reato.
Le bugie raccontate da Chiara per cercare di ridimensionare le sue azioni, come quando, trovandosi in vacanza a New York, alla notizia del ritrovamento dei corpi dei neonati nel giardino, aveva commentato incredula: «Ma chi può aver fatto una cosa del genere?», non convincono gli inquirenti. Secondo il gip, questa freddezza e il disprezzo per la vita umana rendono verosimile il pericolo che Chiara possa nuovamente ricorrere alla violenza per eliminare ciò che percepisce come ostacolo alla sua serenità. La procura sta valutando di presentare ricorso per chiedere il carcere, convinta che gli arresti domiciliari non siano una misura sufficiente per impedire che la giovane possa commettere ulteriori crimini della stessa gravità. La decisione del giudice di optare per i domiciliari, senza l’uso di un braccialetto elettronico, si basa sulla speranza che la convivenza con la famiglia e la prima esperienza detentiva possano agire come deterrente. Tuttavia, le parole del giudice lasciano poco spazio all’ottimismo: «Il pentimento mostrato non appare sincero e irrimediabilmente contaminato dalle bugie raccontate». La vicenda di Chiara Petrolini solleva inquietanti interrogativi su cosa possa aver portato una giovane madre a compiere atti così terribili senza mostrare segni di pentimento. La freddezza dimostrata e il rischio di reiterazione del reato fanno temere che la ragazza possa costituire un pericolo anche in futuro.