Solo cinque condanne e una raffica di assoluzioni, oggi a Napoli, nel processo celebrato con il rito abbreviato nei confronti di una ventina di imputati ritenuti legati al clan Contini. Il giudice per l’udienza preliminare Maria Laura Ciollaro ha inflitto un anno e quattro mesi a Maria Aieta, moglie del boss Edoardo Contini; due anni di reclusione a Ciro Botta, ritenuto un ras dei Contini; quattro anni a Carlo Molinaro; cinque anni di carcere per il collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa e, infine, tre anni di reclusione per Mario Marano. È stato assolto dal reato di concorso esterno in associazione camorristica, l’imprenditore Luca Esposito (difeso dagli avvocati Nicola Pomponio e Anna Maria Ziccardi), genero di Patrizio Bosti, ritenuto boss dell’Alleanza di Secondigliano. Assolto, tra gli altri, dalle accuse contestate, anche il boss Edoardo Contini. Il giudice, durante l’udienza ha rigettato l’acquisizione delle dichiarazioni rese da Esposito agli inquirenti. Il sostituto procuratore della DDA Ida Teresi, aveva incentrato le sue repliche sulla posizione dell’imprenditore Luca Esposito il quale ha sempre dichiarato di essere impegnato nel business della compravendita di orologi di lusso «customizzati», tra gli altri, anche a giocatori di calcio e personaggi facoltosi anche caratura internazionali. Esposito, infatti, venne arrestato per un’altra vicenda processuale, mentre era diretto a Dubai per affari. Le assoluzioni hanno riguardato anche gli imputati Acanfora, Aniello (difeso dall’avvocato Massimo Amoriello), Ciotola (difeso dall’avvocato Maddalena Stompanato), Diana, Ventriglio, Salvatore, Lucia, Marco e Angelo Botta, Giuseppe De Rosa, Lieto, Imperatore Merolla, Santoriello e Vittorio.