Condannata a dodici anni e otto mesi di reclusione. In primo grado, è questo il verdetto da parte del gup di Napoli, nei confronti di Maria Licciardi, indicata dalla Dda di Napoli come madrina della camorra che governa un pezzo di malaffare a Napoli e provincia. Decisivo il lavoro dei carabinieri del Ros, guidati dal comandante Andrea Manti, che piazzarono una cimice all’interno dell’abitazione nella quale la presunta madrina viveva e accudiva i propri interessi. Agli atti dell’inchiesta, un’ipotesi di turbativa d’asta, per essere intervenuta nel bando legato all’acquisto di una casa, ma anche una serie di interventi da cui sarebbero emersi il suo ruolo, a proposito di alcune estorsioni. Viene indicata, al termine della sentenza, come capo dell’associazione per delinquere targata clan Licciardi, attualmente radicata in un ampio pezzo di Napoli.