«Ma hai capito che abbiamo battuto il record? Parola d’onore! vedi che arrivare a venti casse… ma perché ci basterebbero 200 in questo minuto?». Gli affari dell’organizzazione dedita al contrabbando di sigarette sull’asse Napoli- Palermo e sgominata all’alba di oggi dalla Guardia di finanza del capoluogo siciliano, andavano a gonfie vele. Quattordici le misure cautelari, emesse dal gip su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia ed eseguite dai militari: 3 persone sono finite in carcere, 8 ai domiciliari, tre indagati hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. «Mi fai una cortesia? Mi scrivi tutto il bigliettino, con tutto quello che ha, i prezzi… così noi ci organizziamo», chiedeva uno degli arrestati non sapendo di essere intercettato al complice che gli elencava la ‘mercè disponibile. Complessivamente sono 33 gli indagati. Nel corso delle indagini per cinque persone è scattato l’arresto in flagranza, mentre sono 530 i chili di tabacco lavorato estero sequestrato. Quello ipotizzato dagli investigatori delle Fiamme gialle è un giro d’affari di oltre 2,5 milioni di euro: le sigarette, infatti, venivano acquistate sulla piazza napoletana a 21 euro a ‘steccà per essere poi rivendute nel capoluogo siciliano all’ingrosso a 28 euro e al dettaglio a 35 euro. La base operativa dell’associazione era nel quartiere Brancaccio: qui il capo del gruppo criminale e il suo luogotenente, entrambi palermitani, davano le direttive. In manette è finito anche un napoletano: era lui che si occupava di rifornire i palermitani delle ‘biondè e di tenere i contatti i broker stranieri. Gli altri indagati avrebbero rivestito i ruoli di addetti al trasporto e allo stoccaggio delle sigarette, di procacciatori delle auto utilizzate nei frequenti trasporti effettuati lungo il tragitto Napoli-Palermo sia via terra che a mezzo traghetto.