Una donna è stata trovata morta in casa oggi, 27 in via Galilei a San Martino di Lupari (Padova). Ancora ignote le cause che hanno portato al decesso. A quanto si apprende dalle prime ricostruzioni, la vittima è Maria Angela Sarto, una donna di 84 anni, il cui marito è stato trovato in condizioni disperate e portato in ospedale con un gravissimo trauma cranico. Nessuna pista è esclusa, difatti fra le prime ipotesi, c’è anche quella dell’omicidio. Sul posto Carabinieri Cittadella nonché Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, elisoccorso e ambulanza. Una figlia ha accusato la sorella: «È stata lei. Ad aver ucciso mia mamma e reso in fin di vita il papà è stata mia Diletta». Irreperibile fino alle 16 quando i militari dell’Arma sono riusciti a rintracciarla a bordo della sua Panda rossa a Romano d’Ezzelino. A dare l’allarme una delle due figlie che è entrata in casa intorno alle 11 e ha trovato il padre, di 89 anni, in soggiorno, ferito gravemente alla testa. La donna allora è salita in camera dove ha scoperto la madre, di 84 anni, morta. Sia la vittima che il ferito presentavano gravi lesioni al cranio probabilmente dovuto a violenti corpi sferrati da un corpo contundente. La ragazza ha immediatamente dato l’allarme al 118. Per la mamma non c’era nulla da fare, mentre il padre è stato trasportato in ospedale in codice rosso. Dopo ore di ricerca, i carabinieri hanno trovato la seconda figlia della coppia che si trovava nel vicentino. E’ stata presa in custodia dai Carabinieri. A casa invece c’era l’altra figlia della coppia che nel pomeriggio è stata portata fuori per essere interrogata.

I Carabinieri di Cittadella, giunti assieme ai medici del Suem sul luogo del duplice agguato, hanno subito sentito la giovane, e hanno iniziato le ricerche della sorella, che non si trovava. Ora da lei magistrato si aspetta risposte che potrebbero essere decisive. La zona è stata subito transennata, e la casa passata al setaccio dagli uomini della scientifica. L’oggetto usato per colpire i due anziani non è ancora stato individuato. È escluso comunque che si tratti di un’arma da fuoco, o un coltello. A scoprire il crimine è stata la figlia più giovane della coppia. Entrata in casa, ha trovato il padre in soggiorno, con una ferita devastante alla testa. Poi è salita nella camera da letto dei genitori, e qui ha visto la madre, per la quale non c’era più nulla da fare. Al momento non trovano conferma tra gli investigatori alcune indiscrezioni su ‘problemì non meglio precisati che la figlia più grande avrebbe patito. I Carabinieri hanno però avuto subito chiaro che non si trovavano davanti ad una rapina finita male, o ad un omicidio con tentato suicidio. Dalle stanze non mancavano nè denaro, nè preziosi. Sulla porta d’ingresso e sugli infissi nessuna traccia di effrazione. Le prossime ore saranno cruciali per dare concretezza all’ipotesi di un dramma circoscritto all’ambito familiare. E per abbozzare, se esiste, un movente al delitto. Nel passato dei due anziani coniugi nessuna ombra. La figlia maggiore aveva lavorato tempo addietro come vigilessa in un comune del Trevigiano. Il Veneto è scosso da un nuovo grave fatto di sangue dopo il femminicidio avvenuto appena 20 giorni fa a San Stino di Livenza (Venezia), dove Cinzia Luison, 60 anni, era stata uccisa a colpi di bottiglie dal marito, Giuseppe Pitteri, 65 anni. Lì il movente, banale e terribile, si era scoperto in fretta: l’uomo, autista di bus in pensione, era seguito da un amministratore di sostegno perchè non in grado di controllarsi nell’uso del denaro. Era sempre a caccia di soldi, che chiedeva alla moglie Cinzia, parrucchiera, l’unico sostegno economico della famiglia.

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