I ministri degli Esteri degli stati membri del Gruppo dei sette (G7) affermano di “accogliere con favore il rilascio di alcuni degli ostaggi sequestrati il 7 ottobre in Israele “e la recente pausa nelle ostilità che ha consentito un aumento degli aiuti umanitari” a Gaza, esortando Hamas “al rilascio immediato e incondizionato di tutti” gl altri rapiti. In una dichiarazione congiunta rilasciata dall’Ufficio degli Esteri britannico e riportata dai media internazionali, i ministri “di Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti e l’alto rappresentante dell’Unione europea” Josep Borrell chiedono inoltre “la partenza facilitata di tutti i cittadini stranieri” dalla Striscia e sottolineano “il diritto di Israele a difendere sé stesso e il suo popolo in conformità con il diritto internazionale”. “Apprezziamo la leadership degli Stati Uniti e dei paesi della regione, in particolare Qatar ed Egitto, e i loro instancabili sforzi per garantire questa pausa” dei combattimenti “e quelle future – aggiunge il comunicato dei ministri del G7 -. Sosteniamo gli sforzi significativi delle Nazioni Unite per coordinare la fornitura di assistenza umanitaria durante questa” tregua. Israele ha ricevuto l’elenco del sesto gruppo di ostaggi che dovrebbe essere liberato oggi da Hamas in cambio del rilascio di altri prigionieri palestinesi, riportano i media internazionali. La lista è stata fornita al governo israeliano e le famiglie dei rapiti sono state informate, riferiscono tra gli altri Haaretz e Cnn citando fonti ufficiali. Secondo l’ultimo accordo stipulato tra Israele e Hamas reso noto dal Qatar, ogni giorno di proroga della tregua prevede la liberazione di 10 ostaggi israeliani e di 30 prigionieri palestinesi. Una fonte vicina ad Hamas ha fatto sapere che il movimento armato palestinese intende proporre quattro giorni aggiuntivi alla tregua in corso, dicendosi disponibile a rilasciare altri ostaggi in cambio di detenuti palestinesi. “Hamas ha informato i mediatori che è sua volontà di estendere la tregua e che il movimento sarebbe in grado di rilasciare prigionieri israeliani che essa, altri movimenti di resistenza e altri partiti detengono in questo periodo, sulla base dei termini della tregua in corso”, ha detto la fonte all’Afp. Il quinto gruppo di 30 palestinesi rilasciato dalle carceri israeliane in base all’accordo di scambio di prigionieri tra Israele e Hamas è arrivato durante la notte a Ramallah, in Cisgiordania. Lo riportano i media locali. In precedenza il Servizio penitenziario israeliano aveva annunciato di aver rilasciato le 30 persone dalla prigione Ofer, vicino Ramallah, e da un centro di detenzione a Gerusalemme. Ancora prima le Forze di difesa israeliane (Idf) e lo Shin Bet avevano annunciato che i dieci ostaggi israeliani e i due tailandesi liberati ieri dal movimento islamista di Gaza erano arrivati in Israele. “Continuare sulla strada del terrore, della violenza, degli omicidi e della guerra significa dare a Hamas ciò che cerca. Non possiamo farlo”: così il presidente americano Joe Biden, in un post pubblicato ieri sera sul suo account X. “Hamas ha scatenato un attacco terroristico perché non teme altro che israeliani e palestinesi vivano fianco a fianco in pace”, spiega Biden. Secondo la giornalista americana Patty Culhane, ex corrispondente alla Casa Bianca per diversi media Usa e ora reporter per il canale in lingua inglese di Al Jazeera, il messaggio mostrerebbe che qualcosa “sta leggermente cambiando” nella posizione del presidente americano, il quale finora non ha mai chiesto pubblicamente un cessate il fuoco duraturo nella Striscia di Gaza. “Di solito è così che, quando si tratta di Israele, i politici statunitensi cambiano sottilmente i loro messaggi attraverso i social media, attraverso fughe di notizie”, afferma la Culhane. La direttrice del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), Catherine Mary Russell, torna a chiedere un “cessate il fuoco umanitario” e la “protezione degli operatori umanitari”, nonché “dei bambini e delle famiglie” che da questi operatori vengono aiutati nella Striscia di Gaza. In un post sul suo account X, la Russel afferma che “l’Unicef accoglie con favore la proroga della pausa nei combattimenti a Gaza e che l’agenzia Onu “e i suoi partner hanno intensificato la loro risposta umanitaria” nella regione “ma è necessario fare molto di più”.

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