a nostra posizione sul dossier prigionieri è stata chiara fin dall’inizio. E si riferisce ad un completo scambio di prigionieri”. Lo ha detto, ripreso dai media isareliani, Osama Hamdan alto esponente di Hamas dal Libano che ha così escluso le voci su negoziati per uno scambio parziale tra ostaggi e detenuti della fazione nelle carceri israeliane. Inoltre ha spiegato che i negoziati riguardo gli ostaggi con passaporto straniero in mano di Hamas corrono in parallelo ma sono “ostacolati” da Israele. Israele ha annunciato una pausa umanitaria di quattro ore nell’agglomerato urbano di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza. La ‘sospensione tattica’ delle attivita’ militari in quell’area è in vigore nelle ore 10-14 locali. A quanto risulta, è la prima volta che Israele osserva una pausa umanitaria nel settore a sud del Wadi Gaza. Intanto, secondo la radio pubblica israeliana Kan, il valico di Rafah di transito verso l’Egitto è stato aperto per consentire l’uscita di circa 500 persone in possesso di una doppia nazionalità. Oggi previsto l’ingresso di 85 camion di aiuti umanitari. “L’Italia è in prima fila per l’aiuto alla popolazione civile di Gaza e siamo disposti a curare in Italia i bambini palestinesi feriti: al centro del dibattito oggi c’è stato il documento italo-franco-tedesco che ha come obiettivo quello di isolare Hamas, impedirgli di nuocere, ridurre i suoi finanziamenti ed evitare che ci sia un’impennata di antisemitismo in Europa e nel mondo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani a Bruxelles. A parere del ministro degli Esteri, inoltre, “Gaza deve essere parte di un futuro Stato palestinese e noi riteniamo che l’unica organizzazione legittima a governarlo sia l’Anp: naturalmente deve modificarsi e modernizzarsi. In una fase di transizione potrebbe esserci una presenza delle Nazioni Unite e una presenza tipo Unifil per evitare un ritorno di fiamma, come c’è al confine tra Israele ed Hezbollah”. Parlando a Bruxelles, Tajani ha detto che l’Italia è pronta a fare la sua parte, se richiesto: “L’Italia, con la sua credibilità in Medio Oriente, può svolgere un ruolo importante per la soluzione dei due Stati”. Il primo ministro palestinese Mohammed Shtayyeh ha chiesto all’Onu e all’Unione europea di “paracadutare gli aiuti” nella Striscia di Gaza. “Chiedo alle Nazioni Unite e all’Unione europea di paracadutare gli aiuti nella Striscia di Gaza, soprattutto nel nord”, ha dichiarato il primo ministro palestinese Shtayyeh riferendosi all’area dove i combattimenti sono più intensi. Il dottor Ahmed al-Mokhallalati, parlando ai media dall’interno dell’ospedale al-Shifa, come riporta il Guardian, ha detto che “i carri armati sono davanti all’ospedale”. “È una zona totalmente civile. Solo strutture ospedaliere, pazienti ospedalieri, medici – ha affermato – e altri civili ricoverati in ospedale. Qualcuno dovrebbe fermarli. Hanno bombardato i serbatoi e i pozzi dell’acqua, hanno bombardato anche la pompa dell’ossigeno. Hanno bombardato tutto nell’ospedale. Quindi difficilmente sopravviveremo. Diciamo a tutti che l’ospedale non è più un luogo sicuro per curare i pazienti. Stiamo danneggiando i pazienti trattenendoli qui”. Al Jazeera riferisce che Mohammed Zaqout, direttore degli ospedali di Gaza, ha affermato che circa 650 pazienti, 500 operatori sanitari e circa 2.500 sfollati rimangono all’interno del complesso ospedaliero. Lo riporta il Guardian. Le cifre sono inferiori a quelle diffuse nel fine settimana, quando era stato riferito che sul posto si trovavano 1.500 pazienti, 1.500 operatori sanitari e 7.000 sfollati. Le Nazioni Unite hanno avvertito che le operazioni umanitarie a Gaza “cesseranno entro 48 ore” a causa della mancanza di carburante. Dopo il lancio di missili dal Libano, aerei israeliani hanno colpito una serie “di postazioni e di siti terroristici di Hezbollah”. Lo ha detto il portavoce militare spiegando che tra gli obiettivi ci sono “infrastrutture del terrore, depositi di armi e centri operativi di comando degli Hezbollah”. E’ morto un civile israeliano colpito ieri nell’ Alta Galilea da un razzo sparato dagli Hezbollah libanesi. Lo riferiscono i media. Si tratta di un dipendente della compagnia elettrica che era impegnato in riparazioni nella località di Dovev, a breve distanza dal confine. In quell’attacco erano rimasti feriti diversi suoi compagni. Alcuni israeliani sono rimasti feriti stamane in Alta Galilea in un ulteriore attacco lanciato dal Libano meridionale. Secondo la televisione pubblica Kan, sono stati investiti da un razzo anticarro e da diversi colpi di mortaio diretti ai cancelli di ingresso nel villaggio Netua’, pochi chilometri a sud del confine. In un altro villaggio israeliano di confine, Margaliot, sono esplosi stamane colpi di mortaio che non hanno provocato vittime. Gli abitanti della zona a ridosso del confine sono chiusi nei rifugi. Dopo il lancio di un missile antitank dal Libano verso il villaggio israeliano di Netua, l’artiglieria israeliana sta colpendo la postazione oltre confine da dove è partito il tiro. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Almeno tre infermieri sono morti nell’ospedale Al-Shifa a Gaza, vicino al quale si combatte, secondo un bollettino delle Nazioni Unite ripreso dalla Bbc. Secondo l’Onu inoltre, infrastrutture vitali dell’ospedale, come la macchina per produrre ossigeno, i serbatori d’acqua e un pozzo, l’unità cardiovascolare e il reparto maternità, sono state danneggiate. La bandiera delle Nazioni Unite è stata calata a mezz’asta in “segno di omaggio” al personale Onu caduto nel teatro di Gaza. L’Unrwa, l’agenzia Onu di sostegno ai profughi palestinesi, ha dichiarato che oltre 100 dei suoi addetti sono morti a Gaza da quando sono iniziati i raid israeliani. Lo scrive la Bbc. Il governo di Hamas afferma intanto che nelle ultime ore è salito a sei il numero dei neonati prematuri morti per assenza di cure nell’ospedale Al-Shifa di Gaza, e a nove quello dei pazienti in cura intensiva che hanno perso la vita per lo stesso motivo. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha dichiarato su X che l’ospedale Al Shifa di Gaza è rimasta senza acqua per tre giorni e “non funziona più come un ospedale”. “Tragicamente, il numero di pazienti deceduti è aumentato in modo significativo”, ha scritto chiedendo il cessate il fuoco immediato. Almeno otto combattenti filoiraniani, di cui almeno un siriano e due iracheni, sono rimasti uccisi in raid compiuti nelle ultime ore dagli Stati Uniti nell’est della Siria in risposta agli attacchi contro il personale americano. Lo fa sapere l’Ong siriana Osservatorio siriano per i diritti umani. Si tratta del terzo raid americano a prendere di mira siti legati all’Iran in Siria in meno di tre settimane. Le sirene di allarme stanno risuonando nel nord di Israele al confine con il Libano. Lo ha detto l’esercito, che ha intanto annunciato la morte di altri due soldati durante l’operazione di terra in corso a Gaza. Il totale è ora di 44 militari uccisi. I due facevano parte della Brigata Commando dell’esercito. Le truppe di terra dell’esercito israeliano a Gaza continuano a trovare armi e strutture di Hamas in scuole, moschee e residenze degli operativi della fazione islamica. Lo ha detto il portavoce militare secondo cui soldati della 401/a Brigata alla periferia del campo profughi di al Shati hanno scoperto una struttura della fazione collocata nell’università Al-Quds e un deposito di esplosivi nella moschea di Abu Bakr. In casa di un operativo della Jihad islamica a Beit Hanoun, è stata scoperto un deposito di armi e alcune di questa dentro la stanza da letto di un bambino. Sempre a Beit Hanoun sono stati rinvenuti un imbocco di tunnel, materiali di intelligence e armi. “Oggi dovremmo iniziare a parlare del dopo guerra a Gaza, non solo di ricostruzione ma di offrire ai palestinesi una soluzione inclusiva: presenterò una serie di opzioni, cose che dovremmo fare e cose che non dovremmo fare”. Lo ha detto l’alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al Consiglio Affari Esteri. “È urgente definire e rispettare le pause umanitarie per distribuire gli aiuti umanitari in tutta la Striscia di Gaza, ovunque ci siano persone che hanno bisogno di cibo e assistenza”. Lo ha detto il commissario europeo alle Emergenze, Janez Lenarcic, specificando che le pause umanitarie devono essere “annunciate con largo anticipo”, in modo che le organizzazioni umanitarie possano prepararsi” ed essere “chiaramente definite in termini di tempo” in modo che “gli operatori umanitari possono svolgere il loro lavoro in sicurezza”. Il commissario ha inoltre sottolineato la necessità di “far passare molti più camion con gli aiuti umanitari” nella striscia di Gaza, garantendo l’invio di carburante di cui c’è un “disperato bisogno”. “Sosterremo ogni possibilità di far arrivare i rifornimenti umanitari” ha poi spiegato Lenarcic in merito alla possibilità di definire un corridoio marittimo per l’assistenza umanitaria a Gaza. “Il problema logistico – ha aggiunto – è il fatto che al momento non ci sono strutture di sbarco e scarico sulla costa di Gaza, che devono quindi essere messe in atto”.