Israele ha lanciato oggi un appello urgente ai palestinesi residenti nel nord della Striscia e a Gaza City a ”spostarsi immediatamente” nel settore sud, ”per la propria sicurezza”. ”La vostra finestra di opportunità si sta chiudendo”, ha avvertito il portavoce militare Daniel Hagari, con un messaggio in inglese sulla piattaforma X. ”L’umanità resta impressionata dal massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre: un massacro – ha affermato – di vite innocenti, uomini, donne, bambini e bebe’, con la testa mozzata, uccisi, violentati, bruciati vivi. Noi non lo dimenticheremo, ne’ dimenticheremo il rapimento di oltre 200 ostaggi”. L’operazione nei confronti di Hamas a Gaza continuerà “fino a che non saranno emessi nuovi ordini”. Lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant secondo cui “la notte scorsa abbiamo passato a Gaza una nuova fase della guerra”. “La terra nella Striscia ha tremato, abbiamo attaccato da terra e da sottoterra. Abbiamo colpito i terroristi a tutti i livelli e ovunque. Gli ordini alle forze armate sono chiari, continuare l’operazione fino a nuove disposizioni”, ha concluso dopo aver presieduto una riunione con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, i vertici della difesa e della sicurezza. L’operazione nei confronti di Hamas a Gaza continuerà “fino a che non saranno emessi nuovi ordini”. Lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant secondo cui “la notte scorsa abbiamo passato a Gaza una nuova fase della guerra”. “La terra nella Striscia ha tremato, abbiamo attaccato da terra e da sottoterra. Abbiamo colpito i terroristi a tutti i livelli e ovunque. Gli ordini alle forze armate sono chiari, continuare l’operazione fino a nuove disposizioni”, ha concluso dopo aver presieduto una riunione con il capo di stato maggiore Herzi Halevi, i vertici della difesa e della sicurezza. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu incontrerà questo pomeriggio a Tel Aviv i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi nelle mani di Hamas. Lo ha annunciato l’ufficio del primo ministro citato dai media israeliani. Il quartiere generale di Unifil, la missione Onu in Libano di cui fanno parte un migliaio di soldati italiani, è stato colpito poco fa da almeno un colpo di artiglieria senza fare vittime ma solo danni materiali. Lo ha detto Andrea Tenenti portavoce di Unifil. Fonti dell’intelligence militare libanese affermano che il proiettile, del calibro di 155 mm, è provenuto da Israele e ha colpito la base Onu di Naqura, a ridosso della Linea di demarcazione tra Libano e Israele. Recep Tayyp Erdogan si scaglia contro l’Occidente: “E’ il principale responsabile del massacro” a Gaza ad opera dell’esercito israeliano, ha detto il presidente turco alla manifestazione in favore dei palestinesi a Istanbul, che ha richiamato in piazza centinaia di migliaia di persone. Erdogan – secondo quanto riporta la Tass – ha poi annunciato che il suo Paese sta lavorando per dichiarare Israele “criminale di guerra”. Sulla liberazione degli ostaggi trattenuti a Gaza “speriamo ci possano essere novità, che a un certo punto pareva ci fossero. Novità che sarebbero molto importanti per arrivare a una de-escalation”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni in un punto stampa ad Acqualagna, sottolineando che è “un lavoro certosino che conduciamo con grande responsabilità e equilibrio anche rispetto al nostro ruolo nel Consiglio europeo e all’Onu”. In quanto all’astensione dell’Italia sulla risoluzione Onu sul conflitto in Medio Oriente, Meloni ha affermato che “era la più equilibrata fra le posizioni possibili, e non a caso è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7. Stiamo cercando di mantenere l’equilibrio, e sia il voto a favore sia quello contrario sarebbero stati voti che spostavano l’Italia rispetto alla posizione che sta tenendo. È stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all’obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora”. “L’esitazione di Israele di fronte all’invasione di terra di Gaza dimostra uno stato di confusione e paura”: lo ha affermato un dirigente di Hamas, Izzat al-Reshek, citato dall’agenzia di stampa Shehab, vicina a Hamas. “La resistenza è pronta allo scontro”, ha aggiunto al-Reshek, denunciando poi che la privazione di acqua, combustibile e corrente elettrica imposta alla popolazione di Gaza da Israele “è un crimine di guerra”. Hamas ha ricevuto dal ministero degli Esteri di Mosca una lista di russi che potrebbero essere tra gli ostaggi portati a Gaza, li sta cercando ed è pronto a rilasciarli. Lo ha dichiarato a Ria Novosti Musa Abu Marzouk, membro responsabile delle relazioni con l’estero del gruppo islamista. “Da parte russa abbiamo ricevuto una lista di cittadini che hanno la doppia cittadinanza. Siamo molto attenti a questa lista e la gestiremo con attenzione perché guardiamo alla Russia come al nostro più caro amico”, ha dichiarato. Secondo Marzouk, la lista contiene in totale otto nomi che Hamas sta trattando “come ospiti” e ha aggiunto che “non appena li troveremo li rilasceremo”. Qualsiasi conflitto in corso nel continente eurasiatico può trasformarsi in una grande guerra: lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, all’agenzia di stampa bielorussa BelTA. “Penso che i conflitti siano tutti pericolosi a modo loro. Ognuno di loro può scatenare una grande guerra. Mi riferisco in particolare a ciò che sta accadendo in Medio Oriente”, ha affermato il capo della diplomazia russa. Distruggere la Striscia di Gaza o espellere due milioni di residenti dall’enclave palestinese rischia di provocare “una crisi che potrebbe durare decenni, se non secoli”, ha aggiunto, riporta la Tass. Secondo il ministero della Sanità di Hamas, sono ad oggi 7.703 le persone uccise a Gaza dall’inizio di questa fase del conflitto con Israele, avvenuto lo scorso 7 ottobre. L’esercito israeliano sta lanciando un’incursione di terra nella Striscia di Gaza più ampia delle precedenti ma non si tratta ancora della grande invasione di terra ufficiale annunciata da giorni. Lo ha detto ad Abc news il portavoce delle Forze di Difesa Israeliane Peter Lerner. Le forze di difesa israeliane stanno espandendo in queste ore le operazioni, ha detto il portavoce, con la più grande operazione di terra israeliana a Gaza dall’attacco del 7 ottobre. L’esercito israeliano – ha aggiunto – sta facendo tutto il possibile per evitare perdite di civili, ma questa è “una guerra”, una guerra che Hamas “ha iniziato”. “Stiamo ricercando capacità anticarro, distruggendo posti di osservazione e attaccando i terroristi laddove li troviamo in prima linea o nella periferia della Striscia di Gaza”, ha aggiunto Lerner ad Abc News, precisando che si tratta di una operazione condotta “al fine di creare condizioni operative ottimali sul terreno”. “Intendiamo smantellare le loro capacità, distruggere il loro governo e assicurarci che non possano mai più utilizzare la Striscia di Gaza come punto di partenza contro il nostro popolo”, ha concluso. Il braccio armato di Hamas, le Brigate Qassam, ha affermato di aver “sventato un’incursione di terra israeliana a Beit Hanoun e nella parte orientale di Bureij” (nel nord-est e nella parte centrale della striscia di Gaza), aggiungendo che ora si stanno verificando “scontri violenti”. Lo riferisce al Jazeera online, secondo cui un alto funzionario di Hamas, Osama Hamdan, ha affermato che Israele sta tentando di “creare un’immagine di vittoria”. “Tagliare le comunicazioni dalla Striscia di Gaza è un tentativo di coprire i crimini dell’occupazione senza alcuna supervisione o responsabilità”, ha aggiunto Hamdan. “Ieri, i terroristi Hezbollah hanno tentato di lanciare razzi verso il territorio israeliano. I razzi sono caduti in Siria. Nella notte i jet israeliani hanno risposto colpendo infrastrutture militari di Hezbollah in Libano”. Lo riferisce l’esercito israeliano. Sono stati circa 150 gli obiettivi sotterranei, tunnel compresi, colpiti dall’aviazione israeliana la scorsa notte nel nord della Striscia Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui sono stati uccisi diversi terroristi. “C’erano negoziati e anche sforzi politici per arrivare a una intesa” sul cessate il fuoco e lo scambio di prigionieri, ma “dopo gli ultimi raid di Israele su Gaza” non ci sono più colloqui. Lo afferma il portavoce di Hamas Osama Hamdan, citato da al Jazeera. Poche ore prima, l’agenzia russa Tass – citando la palestinese Maan – informava che Hamas vorrebbe una tregua di qualche giorno e chiede il rilascio dei suoi sostenitori nelle carceri israeliane in cambio di 100 ostaggi israeliani detenuti nella Striscia di Gaza. Le forze israeliane, entrate ieri sera a Gaza, sono ancora nella Striscia mentre continua l’operazione avviata con le truppe e i tank. Lo riferiscono i media locali. Il capo di stato maggiore Herzi Halevi – secondo le stesse fonti – attualmente sta tenendo una valutazione della situazione in corso al termine della quale saranno prese decisioni in merito alla continuazione dell’operazione di terra. Sono segnalati scontri con Hamas a Bureji, nella parte centrale di Gaza, e in altre località. Al momento – secondo le stesse fonti – non ci sono vittime né feriti tra i soldati israeliani. “Questa notte è stata la più terribile di tutte le notti e l’abbiamo passata con grande ansia. È stata una notte in bianco e lunga, sullo sfondo della grande operazione dell’esercito nella Striscia di Gaza e della completa incertezza riguardo al destino dei rapiti che sono trattenuti lì e sono anch’essi soggetti a pesanti bombardamenti”. Lo dichiara il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas, chiedendo “un incontro urgente” con il premier Benyamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Galant e altri membri del gabinetto di guerra. “Il nostro Consolato a Gerusalemme sta facendo di tutto per contattare i nostri (connazionali) che sono nella Striscia di Gaza e purtroppo le comunicazioni sono interrotte, ma poco fa il Consolato è riuscito a raggiungere una delle persone, che ha inviato un messaggio positivo”: lo ha detto al Tg1 il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Il contesto è molto complicato… è la priorità del governo seguire gli italiani che sono lì – ha aggiunto -. Continuiamo a monitorare la situazione minuto per minuto… è arrivato questo messaggio positivo dal nostro Console a Gerusalemme”. L’ambasciata americana a Beirut invita i connazionali a “lasciare immediatamente il Paese”. “Il Dipartimento di Stato raccomanda che i cittadini statunitensi in Libano partano adesso, mentre i voli commerciali restano disponibili, a causa dell’imprevedibile situazione della sicurezza”, si legge in un comunicato pubblicato sul sito della missione diplomatica americana. “Dovreste avere un piano d’azione per le situazioni di crisi che non faccia affidamento sull’assistenza del governo degli Stati Uniti. Il momento migliore per lasciare un Paese è, se possibile, prima di una crisi. Le evacuazioni di civili da un paese straniero assistite dai militari statunitensi sono rare – prosegue la nota -. Non vi è alcuna garanzia che il governo degli Stati Uniti evacuerà i privati cittadini statunitensi e i loro familiari in una situazione di crisi. Nel caso in cui si verifichi un’evacuazione assistita dall’esercito americano, il nostro obiettivo sarà quello di aiutare i cittadini statunitensi”.