Milano ha iniziato la giornata di oggi con una messa in Duomo a suffragio del cardinale Carlo Maria Martini, morto ieri a Gallarate. Alle 12.40 circa sono state aperte le porte del Duomo di Milano e i fedeli hanno iniziato ad entrare, molto numerosi, per dare l’ultimo saluto al cardinale Carlo Maria Martini
che qui è stato arcivescovo per 22 anni. Quando in piazza Duomo a Milano ha fatto il suo ingresso il carro funebre che ha portato la salma di Carlo Maria Martini è partito un applauso da parte della gente. Il feretro era accompagnato dai famigliari e dai più stretti collaboratori del cardinale. Ad accogliere la salma di Martini, sul sagrato del Duomo, l’attuale arcivescovo,il cardinale Angelo Scola insieme al consiglio episcopale diocesano e al Capitolo della cattedrale. Presenti, erano fra gli altri il ‘sindaco d’agosto’ Cristina Tajani, gli assessori Bruno Tabacci e Marco Granelli, il presidente del consiglio comunale Basilio Rizzo e il presidente del consiglio provinciale Bruno Dapei. La bara e’ stata portata all’interno del Duomo. Il duomo questa notte resterà eccezionalmente aperto per permettere l’accesso alla camera ardente, in una veglia di preghiera. “Preghiamo Dio: accoglilo nella dimora eterna e fa che riceva dalle mani del suo Signore il premio per le sue fatiche apostoliche”: sono le prime parole pronunciate dall’arcivescovo di Milano Angelo Scola all’arrivo della salma del Cardinale Carlo Maria Martini sul sagrato del Duomo di Milano. Ad accompagnare la bara in legno chiaro che custodisce le spoglie di Martini nel suo ultimo viaggio da Gallarate al Duomo c’erano i familiari di Martini, i suoi collaboratori del periodo in cui era arcivescovo di Milano e, in rappresentanza della diocesi di Milano, il vicario generale monsignor Mario Delpini. Ad attenderlo sul sagrato c’erano invece, per quanto riguarda i religiosi, Scola, il Capitolo della cattedrale e i vescovi del Consiglio episcopale milanese. Mentre la bara veniva accompagnata sul sagrato, monsignor Paolo Sartor, rivolgendosi ai numerosi fedeli assiepati ai lati delle transenne, ha ricordato brevemente l’esperienza di Martini alla guida dell’arcidiocesi di Milano concludendo con le parole: “Bentornato a casa eminenza, carissimo Padre prega ora per noi come noi preghiamo per te”.