La Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto d’attribuzione presentato dal governo nei confronti della Cassazione e della Corte d’appello di Milano per la vicenda Abu Omar e per il nodo del segreto di Stato. I giudici decideranno in un secondo momento sul merito del ricorso.

Il conflitto rappresenta un ulteriore capitolo della complessa vicenda dell’ex imam di Milano Abu Omar, sequestrato il 17 settembre 2003 da uomini della Cia e trasferito in Egitto. L’operazione fu giustificata come un’azione di “extraordinary rendition”, ossia come il sequestro di un sospetto terrorista effettuato al di fuori delle procedure legali. Ne scaturì un’inchiesta condotta dai pm Armando Spataro e Ferdinando Enrico Pomarici che chiamò in causa anche esponenti dei servizi italiani, a cominciare dall’allora direttore del Sismi Niccolò Pollari. Il governo ha deciso di sollevare conflitto d’attribuzione di fronte alla Consulta a seguito della sentenza con cui la Cassazione, lo scorso 19 settembre, ha annullato la sentenza di non luogo a procedere per lo stesso Pollari e per altri quattro componenti dei servizi coinvolti, rinviando a un nuovo processo d’appello. Il governo, infatti, ritiene che la Cassazione abbia leso i poteri della Presidenza del Consiglio a tutela della sicurezza dello Stato. Poteri che si sono concretizzati appunto nell’apposizione del segreto di Stato sul caso Abu Omar. Ma la Suprema Corte ha ritenuto troppo estesi i confini del segreto apposto. Per questo ora l’Esecutivo chiede alla Consulta di dichiarare da una parte che non spettava alla Cassazione annullare i proscioglimenti; e dall’altra che non spettava alla Corte d’appello di Milano ammettere la produzione dei verbali degli interrogatori resi dagli indagati durante le indagini preliminari né omettere di interpellare il presidente del Consiglio sull’apposizione del segreto di Stato.

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