Al via il procedimento per restituire gli importi indebitamente versati, dal 21 luglio al 31 dicembre 2011, nelle bollette dell’acqua, dopo il referendum del giugno dello stesso anno: lo fa sapere l’Autorità per l’energia, all’indomani del parere richiesto al Consiglio di Stato, che ha giudicato “non coerenti” i criteri di calcolo delle bollette.

L’Autorità per l’energia, spiega in una nota, ha approvato “uno specifico provvedimento per la definizione dei criteri di calcolo degli importi da restituire agli utenti finali, corrispondenti alla remunerazione del capitale investito e versati nelle bollette dell’acqua nel periodo post referendum, dal 21 luglio al 31 dicembre 2011”. La decisione arriva all’indomani del parere che l’Autorità stessa aveva richiesto al Consiglio di Stato sull’esatta decorrenza temporale dei propri poteri in tema di tariffe dell’acqua. Infatti, nelle consultazioni pubbliche svolte nel corso del 2012, erano emerse posizioni divergenti sulla titolarità dell’Autorità a intervenire in periodi precedenti all’attribuzione delle funzioni di regolazione dei servizi idrici avvenuta con il Dl ‘Salva-Italia’ nel dicembre 2011. Per individuare la quota parte della tariffa da restituire agli utenti finali con riferimento al periodo compreso fra il 21 luglio e il 31 dicembre 2011, viene inoltre affermato, l’Autorità “intende seguire i criteri già utilizzati per la definizione del cosiddetto Metodo tariffario transitorio che copre il biennio 2012-2013, all’interno del quale già si sono considerati gli effetti del referendum abrogativo. Tali criteri sono anche confermati nel parere 267/13 del Consiglio di Stato quando si afferma che anche nell’ambito dell’intervento di restituzione debba comunque essere assicurato il rispetto del principio del full cost recovery”.

 

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