Tragedia sfiorata in Nepal per un gruppo di 14 italiani che si doveva imbarcare su un aereo della Sita Air che si e’ schiantato al suolo poco dopo il decollo da Katmandu, uccidendo i 19 occupanti, tra cui sette britannici. Per una serie di coincidenze fortuite, il gruppo di connazionali e’ arrivato in ritardo allo scalo nepalese e ha perso il volo.

Gli italiani facevano parte di una spedizione del Comitato Ev-K2 del Cnr, guidata da Agostino da Polenza, in viaggio verso il laboratorio Piramide sull’Everest per delle ricerche sul campo. Il gruppo, fanno sapere dal quartiere generale della spedizione in Italia, e’ comunque riuscito a raggiungere la cittadina di Lukla con un altro aereo e ha gia’ compiuto una prima parte del trekking che li portera’ all’osservatorio scientifico sulla montagna piu’ alta al mondo. La tabella di marcia prevede il loro rientro in Italia il prossimo 10 ottobre. L’aereo, partito da Kathmandu e diretto a Lukla, si e’ schiantato subito dopo il decollo lungo le rive del fiume Manohara. Tra le vittime si contano sette britannici, cinque cinesi e sette nepalesi, tra cui tre membri dell’equipaggio. Dalle prime indagini dell’autorita’ dell’aviazione civile nepalese, sembra che all’origine dell’incidente ci sia stato lo scontro con un aquila, che ha provocato danni tali da far perdere al pilota il controllo del velivolo. Il comandante ha tentato un atterraggio di emergenza ma nell’impatto al suolo, a solo un chilometro dallo scalo, l’aereo ha preso fuoco. Una testimone oculare, citata dall’agenzia di stampa cinese Xinhua, ha riferito di essere accorsa sul luogo dell’incidente e di aver visto dei passeggeri che dall’interno della carlinga urlavano e chiedevano aiuto per uscire, ma senza successo. Tutti i 19 occupanti sono morti carbonizzati. I soccorsi arrivati in forze, hanno impiegato una quarantina di minuti per domare le fiamme.

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