E’ stato interrogato nel carcere di Lanciano Carmine Antonio Salvatore, il 70enne accusato dell’omicidio volontario della madre, Elda Tiberio, di 93 anni. L’uomo, invalido al 100 per cento per problemi psichici, ha risposto alle domande del gip del tribunale di Lanciano Ciro Riviezzo, ammettendo di aver colpito con un pugno la madre con cui conviveva la sera di venerdi’ scorso al termine di un litigio.

“Non volevo ucciderla”, ha detto l’uomo che gia’ nel pomeriggio di sabato aveva confessato l’accaduto agli agenti del commissariato di Lanciano. I litigi tra il figlio e la madre ultimamente erano frequenti per via dell’inappetenza dell’anziana, la quale spesso rifiutava il cibo mentre Salvatore voleva che mangiasse di piu’. La Procura di Lanciano ha iscritto nel registro degli indagati anche la sorella di Salvatore, Maria Michela, per omissione di soccorso: la figlia, che solitamente si prendeva cura della madre, arrivata in casa dopo il litigio avrebbe aiutato il fratello a medicare la mamma, ancora cosciente. Nella notte le condizioni della donna sono precipitate fino alla morte. Solo allora la figlia, che dormiva con la madre, avrebbe chiamato il 118. Il legale difensore, l’avvocato Massimiliano Piacentino Sichetti del foro di Lanciano, ha chiesto i domiciliari in un istituto di cura per Carmine Antonio Salvatore, ritenendo non idonea la detenzione con le sue condizioni di salute. L’autopsia, disposta dal pm Rosaria Vecchi, sara’ eseguita domani dal medico legale Pietro Falco nell’obitorio di Lanciano.

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