Comincerà domani sera davanti alla Giunta delle Immunità del Senato l’esame della richiesta di arresto di Luigi Luisi, accusato dalla Procura di Roma di appropriazione indebita e associazione per delinquere nella gestione dei soldi della Margherita. Le carte che accusano l’ex tesoriere di aver “saccheggiato sistematicamente” le casse della Margherita per pagarsi case, ville, lavori di ristrutturazione, pranzi di nozze (nell’ ordinanza si quantifica il tutto in 23 milioni di euro) sono arrivate il 3 maggio e sono state subito girate alla Giunta.

“I tempi non saranno troppo lunghi”, assicura il presidente Marco Follini, nonostante il faldone su Lusi sia stato definito “gigantesco”. Follini, però, è ottimista e ha già stabilito che il parlamentare, passato al gruppo misto dopo esser stato espulso dal Pd, sarà ascoltato la prossima settimana. Atto che precederà il verdetto della Giunta per l’Aula. Visto il clima di sfiducia nei partiti, certificato anche dal voto delle comunali di domenica e lunedì, è più che probabile che la Giunta non perderà tempo nel decidere su un caso di presunte ruberie che, insieme alla concomitante vicenda del tesoriere della Lega Francesco Belsito, ha dato argomenti a chi sulle piazze processa la classe politica. L’orientamento generale è di accogliere la richiesta dei magistrati. Nettamente favorevoli alle manette sono il Pd, l’Idv, il Terzo Polo e la Lega; mentre il Pdl intende schierarsi dopo aver letto le carte. Perché, come ha detto nei giorni scorsi Angelino Alfano, bisogna agire con cautela “quando è in gioco la libertà di una persona”. Ma la decisione sembra scontata. La maggioranza dei commissari, a cominciare dallo stesso presidente della Giunta Follini, non vede “fumus persecutionis” nelle carte dei magistrati. Intanto Lusi si difende in attesa di esser convocato dai senatori commissari: “Davvero facciamo finta di non sapere come funzionano i partiti? E’ meglio che non parli – ha detto in alcune interviste – perché mi sento come un vulcano inesploso. Mi sento come uno che è stato spremuto e gettato via”. Sempre domani sera, è fissata anche la votazione sulla richiesta di custodia cautelare per un altro senatore, il pidiellino Sergio De Gregorio coinvolto nell’ inchiesta sul faccendiere Lavotila.

 

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