Una quindicina di coltellate inferte con ferocia al torace e all’addome. E’ morta così – il 4 luglio – dopo 10 ore di agonia e un lungo intervento chirurgico, Maria Luisa Fassi, una tabaccaia 54enne di Asti. Dalle casse del suo negozio sono sparite poche centinaia di euro, ma l’ipotesi di una rapina non convince del tutto gli inquirenti. L’inchiesta giudiziaria è coordinata dal pm Luciano Tarditi.
A trovare la donna a terra, in una pozza di sangue, è stato un cliente entrato in negozio. Al momento dell’aggressione, la tabaccaia sarebbe stata sola, come ogni mattina. Apriva la rivendita e ritirava i giornali. Pochi minuti dopo l’apertura, l’omicida (probabilmente una sola persona) è entrato nel negozio, in corso Volta, nel quartiere di S.Lazzaro, poco distante dal centro cittadino. Ha colpito la donna con violenza, provocandole profonde ferite, ed è fuggito. I genitori e la sorella avevano gestito per anni l’unico ristorante stellato cittadino, il ‘Gener Neuv’, chiuso due anni fa e riaperto da pochi mesi da Eataly. “Quello della sicurezza è per la categoria una continua emergenza che tentiamo con ogni mezzo di ridurre e proprio il questa direzione va il recentissimo protocollo d’intesa firmato tra il Ministero dell’Interno e la Fit”, dice il presidente della Federazione italiana tabaccai Giovanni Risso secondo il quale l’uccisione della tabaccaia ad Asti “riapre una ferita mai rimarginata”. L’uccisione della donna ha fatto crescere la paura nella città piemontese, diversi gli episodi di violenza grave: alla fine del 2014 un altro tabaccaio è stato ucciso a colpi di pistola, per rapina, e una decina di giorni fa, nel centro della città, un camionista è stato ucciso a colpi di cric. “Siamo ancora molto provati dalla vicenda. Prevale ancora l’aspetto emotivo”, ha commentato il sindaco, Fabrizio Brignolo, sull’omicidio della tabaccaia. “Un soffio di vento ti ha portata via con sé, cruento e inumano” è l’inizio del messaggio che centinaia di astigiani stanno condividendo su Facebook. Gesti d’affetto e solidarietà di tutta la comunità che, da ieri, si sta stringendo attorno al marito, ai due figli, alla sorella e ai genitori.