Vantaggiato dice di aver fatto scoppiare la bomba per protesta dopo essere stato truffato almeno due volte dai suoi clienti, ma non spiega, ad esempio, perché ha tentato senza successo di far sparire qualche documento custodito in casa o nel suo deposito di carburanti.

E’ l’attività economica dell’imprenditore di Copertino, reo confesso dell’attentato di Brindisi del 19 maggio, uno dei filoni sui quali si stanno concentrando gli accertamenti degli investigatori, all’indomani della convalida del fermo di Vantaggiato e dell’emissione nei suoi confronti di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Documenti in bianco relativi ad operazioni doganali nel settore del commercio di carburanti: potrebbero essere queste le carte alle quali Vantaggiato voleva riferirsi in un biglietto trovatogli tra le mani poco prima dell’udienza di convalida del fermo in carcere e che probabilmente intendeva far arrivare alla moglie.

I documenti sono stati acquisiti dagli investigatori nelle ultime ore durante un’ispezione e si sta verificando se siano legati ad operazioni regolari o no. Gli inquirenti stanno cercando di capire se possa essere una reazione alle truffe subite il vero movente del folle gesto di 22 giorni fa, come racconta Vantaggiato, o ci sia altro. Mentre continua a non convincere gli inquirenti l’idea che lui abbia fatto tutto da solo, dalla preparazione dell’ordigno alla sua collocazione ed esplosione, senza che nessun altro a lui vicino si accorgesse di nulla.

Sulle spalle di Vantaggiato resta, come confermato dal provvedimento di ieri del gip del tribunale di Lecce Ines Casciaro, l’accusa pesantissima di ‘strage in concorso con finalita’ di terrorismò. Proprio l’aggravante – la finalità di terrorismo (art.270 sexies del codice penale) – potrebbe essere oggetto di un ricorso al tribunale del Riesame da parte del difensore di Vantaggiato, l’avv. Franco Orlando. La decisione verrà presa dopo aver letto il contenuto dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti dell’imprenditore.

Il gip ha ribadito per ora la competenza sull’inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Lecce; se non ci fosse stata quell’aggravante, l’inchiesta sarebbe tornata alla Procura di Brindisi. Il legale dei genitori di Melissa Bassi, l’avv. Fernando Orsini, ha rispedito con durezza al mittente l’intenzione annunciata da Vantaggiato di voler scrivere una lettera con richiesta di perdono alla famiglia della 16enne.

Una “pelosa trovata” l’ha definita Orsini. “Si risparmi questa fatica – ha aggiunto il legale – e cerchi di impiegare il tempo in altre attività”. Quello di Vantaggiato, dice ancora Orsini, è stato “un gesto assassino che nessuno scritto e nessun rimorso potrà mai cancellare”. Si continua dunque a cercare “la verità completa”, per la quale – ha assicurato oggi il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri – la magistratura sta lavorando anche se “l’importante – ha sottolineato – è che abbiano preso quello che ha materialmente compiuto il fatto”.

Certo, non servono a rasserenare il clima nelle scuole gesti come quello di una insegnante della scuola media ‘Milizia Fermi’ di Oria (Brindisi) dove ieri una voce femminile al telefono, poco prima delle 9, aveva annunciato un allarme-bomba, rivelatosi fasullo, che aveva costretto a far evacuare l’edificio. A telefonare era stata lei, la docente, con il suo cellulare che aveva ancora in borsa. L’hanno scoperta i carabinieri, non aveva neppure alterato la voce.

 

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