“Non ho paura di niente” e “non mi pento di niente”. E’ con queste parole che Cesare Battisti apre un’intervista a uno dei più diffusi settimanali brasiliani, Istoè. Ma non è tutto. L’ex terrorista rosso arriva a dire che i responsabili degli omicidi di cui è stato accusato sono stati “arrestati e torturati” in Italia.

“Non posso pentirmi di ciò che non ho commesso – dice dalla prima pagina della rivista l’ex militante dei Proletari armati per il comunismo (Pac) – Mi accusano di omicidi i cui responsabili sono stati arrestati e torturati”. E quando gli omicidi sono stati commessi, assicura, “io non facevo più parte dell’organizzazione”. Ora che, come recita il titolo dell’intervista, è un “cittadino del Brasile”, Battisti racconta come vive la sua libertà, per la quale ringrazia le autorità brasiliane. “Avevo già esperienza di prigione e libertà – afferma l’ex terrorista rilasciato in giugno dal carcere di Brasilia – Sapevo che dopo l’inferno della prigione c’è un altro inferno fuori dalla cella”. E spiega di vivere di “collette” del suo gruppo di appoggio in diversi Paesi, e di aver intenzione di portare in Brasile la “Lettura Furiosa”, ong francese di Luiz Rosa, che secondo Istoè riceve l’appoggio dell’Unione Europea. Ma l’importante è essere uscito dal carcere: “Sono libero – dice – Ho molto rispetto per le autorità brasiliane. Spero di poter ringraziare personalmente le molte persone che mi hanno aiutato, principalmente Tarso Genro”, l’ex ministro della Giustizia, che lo accolse nel 2009 come rifugiato in Brasile. “Se fosse possibile – aggiunge Battisti – se non incomodo nessuno, mi piacerebbe molto anche ringraziare il presidente Lula”. Ma cosa ne pensa del boicottaggio ai mondiali di calcio del 2014 in Brasile, ventilato da più parti in Italia, in segno di protesta contro la sua liberazione? “Alla maggioranza degli italiani non importa nulla – è convinto – Dietro questa campagna vi sono gruppi di estrema destra manipolati. Ma ci sono anche quelli che mi difendono”.

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