E’ guerra a distanza tra i genitori della piccola di Roccastrada (Grosseto) che il tribunale per i minori ha affidato al padre tedesco, ma che la madre italiana non vuole consegnare. ”Si tratta di un vero e proprio rapimento di minore” spiega il legale del padre della bimba, 9 anni a marzo, che la madre non ha piu’ riportato in Germania dopo le vacanze estive trascorse con lei in Italia.

”E’ stato il tribunale per i minori di Firenze, il 16 dicembre scorso – spiega l’avvocato Bernd Oostenryck – a recepire, in base alla convenzione dell’Aja sulla sottrazione di minori, la decisione del tribunale tedesco che ha stabilito che la bambina debba vivere in Germania con il padre”. ”La madre, invece – spiega l’avvocato – ha fatto ricorso contro questa sentenza dichiarando che la bambina era denutrita. Cosa assolutamente falsa”. ”Per questo – aggiunge – ci riserviamo di denunciare la madre e il suo avvocato per rapimento di minore e diffamazione”. La vicenda, come la ricostruisce il legale del padre, e’ che la famiglia nell’agosto 2009 si trasferisce a vivere in Germania. Dodici mesi dopo in agosto 2010 la coppia si separa e la madre ritorna in Italia portando la bimba con se”’. ”Solo un mese dopo, nel settembre 2010 – dice l’avvocato – la madre riporta la figlia in Germania dal padre e la bimba comincia a frequentare la scuola”. ”Ne’ per il compleanno della piccola, ne’ per Natale la madre visita la bimba – aggiunge Bernd Oostenryck – Il 28 luglio 2011 la pretura di Kempten decide l’affidamento della figlia al padre. Decisione contro cui la madre ha fatto ricorso”. ”Nonostante cio’, l’estate scorsa – prosegue il legale – il padre ha acconsentito a che la bambina passasse un periodo con la madre. La figlia doveva tornare in Germania alla ripresa della scuola, in settembre, ma il padre non l’ha mai piu’ riavuta”. ”Aspettiamo che il Dipartimento per la giustizia minorile costringa la madre a rispettare la decisione del tribunale di Firenze e riconsegni la bambina affinche’ possa riprendere la scuola in Germania e non perda l’anno scolastico”, conclude il legale.

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