E’ stato portato al pronto soccorso dalla madre, una giovane disoccupata di 25 anni. Allarmata perche’ il figlio di 18 mesi non riusciva a respirare e’ corsa all’Ospedale dei Bambini, a Palermo. Vedendolo rantolare cianotico i medici si sono resi conto che la situazione era grave, ma la drammatica scoperta e’ arrivata durante la visita: sul corpicino del piccolo lividi e graffi ovunque e segni di bruciature sulle manine. E nelle urine una concentrazione di cocaina tale da far temere un’overdose. Ricoverato nel reparto di Rianimazione, Samuele, questo il nome del bimbo, lotta per sopravvivere.
La madre, dalla scorsa notte, e’ in carcere fermata per maltrattamenti aggravati, mentre il convivente, 28 anni, tuttofare al mercato ortofrutticolo, e’ indagato per lesioni e cessione di cocaina, reato contestato anche alla compagna. Una vicenda assurda che ha lasciato allibiti i medici – ”Erano anni che non vedevamo una cosa simile” hanno commentato – Ma che ha ancora molti aspetti oscuri. Interrogati dalla polizia, allertata dai medici subito dopo il ricovero, i due hanno inizialmente dato una versione assolutamente inverosimile dei fatti: la madre ha raccontato che Samuele era caduto dal seggiolone e si era procurato cosi’ i lividi. Le bruciature alle manine gliele avrebbe fatte il fratellino di appena due anni e mezzo con un accendino. Una storia che non ha convinto gli investigatori che sono andati a casa della donna scoprendo la prima di una lunga serie di bugie: la ragazza non viveva piu’ li’, ma da poco si era trasferita dal convivente dove, pero’, non e’ stato trovato nessun seggiolone. ”L’ho buttato via”, si e’ giustificata allora la madre del piccolo.
A cedere alle contestazioni della polizia e’ stato alla fine il compagno che ha raccontato le continue violenze della donna ai bambini. Restava da chiarire la presenza di cocaina nelle urine del piccolo. Durante la notte, sentito dal pm Carlo Marzella, l’uomo ha ammesso di essere tossicodipendente e di fare uso da tempo di cocaina assieme alla compagna. ”Avevo un sacchetto con la droga e mi sono fatto due piste sul tavolo della cucina – ha ammesso – poi sono andato in bagno e quando sono tornato la busta non c’era piu”’. Troppo stordito per preoccuparsi di che fine avesse fatto, l’uomo si e’ addormentato. Probabilmente – ma nessuno potra’ confermarlo agli investigatori – allora Samuele ha ingerito o inalato la droga. Cosa e’ accaduto dopo lo racconta il cugino che ha accompagnato l’uomo in ospedale: ”E’ venuto a chiamarmi per farsi portare al pronto soccorso, dove la sua donna aveva ricoverato Samuele. Era agitatissimo, ma non mi ha riferito cosa era accaduto”. Il cugino, una lunga serie di precedenti penali, temendo di essere coinvolto, ha lasciato il patrigno di Samuele ed e’ andato via.
”Puo’ capitare che i ragazzi abbiano fatto uso di qualche sostanza – dice – Magari si sono distratti e il bimbo ha preso quella roba. Non credo che abbia subito violenza”. Nel quartiere dove la coppia vive, una zona degradata nel centro storico di Palermo, a pochi metri da una delle strade commerciali della citta’, via Roma, i vicini sono sconvolti. ”E’ una storia incredibile”, commentano.