E’ il Bengodi l’Italia per i ladri che razziano a piene mani nei negozi e nelle botteghe artigiane, e che in gran parte non vengono nè individuati nè puniti: solo il 23% è stato preso negli ultimi 10 anni, mentre il 77% resta ignoto; intanto, l’incremento nei furti è stato del 165,5%. A dare il quadro della situazione è la Cgia di Mestre che ha elaborato dati del Ministero degli Interni.
Le regioni più colpite sono state quelle del CentroNord: sia in termini assoluti sia in rapporto alla popolazione residente, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Lazio e il Veneto sono state le realtà più colpite da questo reato. Nel 2004 sono stati 39.300 i furti alle attività commerciali/artigianali, tre anni dopo 107.500. Nel biennio 20082009 il numero di denunce ha registrato una leggera caduta, anche se dal 2010 questo reato ha ripreso ad aumentare costantemente, fermandosi, nel 2013, a quota 104.393. Nonostante i furti siano in salita anche nel Mezzogiorno, il fenomeno al Sud presenta una dimensione, in termini assoluti, meno preoccupante che nel resto del Paese. Se nel 2013 in Puglia ci sono stati 95,1 furti ogni 100 mila abitanti, in Sicilia se ne sono registrati 88,3, in Campania 80,8 e in Calabria 68,9. Nulla a che vedere con i casi rilevati in Lombardia (235,9 ogni 100 mila abitanti), in Toscana (238,2), in Liguria (263,6) e soprattutt in Emilia Romagna, che registra il record negativo di 268 furti ogni 100 mila abitanti. Un problema, quello della sicurezza nel settore commerciale, che ha coinvolto centinaia e centinaia di migliaia di attività. Dalle edicole ai panifici, dai negozi di telefonia a quelli di abbigliamento. I più ‘gettonati’ i distributori di benzina, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi), le gioiellerie e le tabaccherie. “L’installazione dei sistemi di videosorveglianza, delle inferriate, delle porte blindate, degli impianti di antifurto e il ricorso sempre più massiccio agli istituti di vigilanza hanno trasformato i nostri negozi in piccoli fortini segnala Paolo Zabeo della Cgia nonostante ciò, le statistiche ci dicono che le attività di prevenzione e di contrasto ai furti non sono sufficienti a scoraggiare i malintenzionati”. E a preoccupare c’è anche un altro aspetto. Il numero esiguo dei ladri acciuffati, secondo Zabeo, “ha contribuito a gettare nello sconforto molti operatori economici. In particolar modo quelli che hanno subito queste scorribande più di una volta”. Se il numero dei negozi e delle botteghe svaligiate in rapporto agli abitanti è maggiore al CentroNord, la situazione si capovolge quando viene analizzata la percentuale di delitti in cui l’autore non viene arrestato. Se nel 2013 il dato medio nazionale è stato pari al 77%, in Sicilia ha raggiunto l’ 81,3%, in Puglia l’81,6%, in Basilicata l’83,3%, in Calabria l’ 83,7% e in Campania l’84,8%. Le regioni, invece, dove polizia e carabinieri hanno ottenuto i risultati migliori sono il Veneto (con una percentuale di furti ‘impuniti’ pari a 73,4%), la Liguria (71,6%) e, in particolar modo, la Sardegna e il Trentino Alto Adige (entrambe con il 69,3%).