NAPOLI – Sono circa 21mila i detenuti in esubero rispetto alla capienza regolamentare dei penitenziari italiani. Il dato emerge dal ‘Rapporto sullo stato dei diritti umani negli istituti penitenziari e nei centri di accoglienza e trattamento per migranti’, realizzato dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato. Dal rapporto, illustrato oggi a Napoli, emerge che, al 29 febbraio 2102, nei 206 penitenziari italiani ci sono 66.632 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 45.742 posti.
Il lavoro, “sistematico e approfondito”, è stato realizzato avendo come punti di riferimento “il rispetto della dignità e dei diritti umani” e si è avvalso dell’attività svolta anche dalle Commissioni Giustizia e Sanità e della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’efficienza e l’efficacia del servizio sanitario nazionale. Secondo il rapporto il sovraffollamento costituisce “l’elemento centrale di un disagio umano, psicologico, materiale”, e ha conseguenze sul piano sanitario, sulle attività lavorative. Il documento individua quattro punti centrali attorno cui ruota il sovraffollamento: la custodia cautelare; l’aumento dei detenuti tossicodipendenti; la recidiva; l’immigrazione clandestina. Secondo i dati forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, i detenuti in via cautelare rappresentano il 40 per cento della popolazione carceraria. Dai dati emerge che a febbraio 2012, 26.989 erano i detenuti imputati di cui 13.628 in attesa di primo giudizio. Un altro 40 per cento di detenuti è costituito da tossicodipendenti, mentre gli stranieri rappresentano oltre un terzo del totale: su 66.632 detenuti, gli stranieri sono 24.069. Rispetto al tema delle misure alternative, dal rapporto si evince che sono 10.209 i condannati che godono dell’affidamento in prova; 902 quelli in semilibertà. Rispetto alle misure di sicurezza e sanzioni sostitutive, sono 3.035 i condannati in libertà vigilata; 137 quelli che godono di semidetenzione e libertà controllata; 1.331 i condannati sottoposti ad altri regimi tra cui lavoro di pubblica utilità, sospensione condizionale della pena; lavoro all’esterno.