”Verso le 23.30 di ieri un detenuto di origini marocchine si e’ suicidato mediante impiccagione con strisce di stoffa ricavate dalle lenzuola in dotazione nella sua cella della sesta sezione del carcere genovese di Marassi. Rahamani Jalel 29 anni era detenuto per spaccio di stupefacenti e avrebbe terminato la pena tra circa due mesi”. Ne da notizia il Segretario Generale della Uilpa Penitenziari, Eugenio Sarno.

” Si tratta del 55° suicidio in cella di questo 2011. Aggiorniamo il pallottoliere per mera statistica avendo, oramai, la certezza che il dramma che ogni giorno si consuma all’interno delle nostre degradate carceri interessi solo agli addetti ai lavori e a pochi politici di buona volonta’ . Contrariamente – sottolinea Sarno – non si sarebbe fatto cadere nel vuoto il monito del Presidente Napolitano circa la prepotente urgenza di restituire civilta’ e costituzionalita’ al nostro sistema penitenziario. Un sistema penitenziario , e’ bene ricordare, che lo stesso Capo dello Stato ha indicato come vergogna dell’Italia in Europa. Su questo l’immobilismo del Governo e del Parlamento e’ un dato di fatto” . La Uilpa Penitenziari ricorda come a Marassi siano attualmente ristretti 812 detenuti in luogo dei 456 posti disponibili. ”Da tempo abbiamo segnalato l’ondata di violenza che attraversa Marassi -dice il segretario generale della Uilpa Penitenziari-Non solo per i due suicidi e i nove tentati suicidi, dal primo gennaio ad oggi, quand’anche per i circa 85 atti di autolesionismo grave, le dieci aggressioni perpetrate in danno di poliziotti penitenziari ( con un complessivo di tredici feriti) e le circa cento proteste soggettive. E non crediamo che tutto cio’ sia legato solo al sovraffollamento della struttura. Di sicuro, il depauperamento degli organici (con gli innumerevoli distacchi di poliziotti penitenziari verso sedi non operative) non aiuta a gestire l’ordinario stato di emergenza che si appalesa quotidianamente”. ”Ribadiamo l’invito al Ministro Palma di stornare qualche milione di euro dal fantomatico piano carceri ad un piu’ concreto e necessario piano di manutenzione straordinaria ed automazione degli istituti in uso. Piu’ che nuovi posti detentivi – chiosa Sarno – servono carceri salubri e sicure. Per deflazionare il sovraffollamento basterebbe trasferire i tossicodipendenti nelle comunita’, rendere automatico l’accesso alla detenzione domiciliare per chi ha residui pena non superiori a dodici mesi e, soprattutto, disciplinare il ricorso alla custodia cautelare”.

 

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