Dal presidente del Senato, Pietro Grasso, sono arrivate ”accuse e allusioni suggestive” che hanno presentato ”in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attivita’ di magistrato”. E’ quanto scrive Gian Carlo Caselli, procuratore a Torino, in una lettera in cui chiede al Csm di ”essere adeguatamente tutelato”.

Caselli si riferisce all’intervento di Grasso alla trasmissione tv ‘Piazza Pulita’ del 25 marzo dove, scrive, il presidente “si è prodotto in un lunghissimo monologo, a mio giudizio contenente accuse e distorsioni suggestive, con il risultato di prospettare in maniera distorta vari fatti e circostanze afferenti la mia attività di magistrato”. Nella lettera, indirizzata al vicepresidente del Csm, Michele Vietti, il procuratore lamenta un “comportamento profondamente lesivo dei miei diritti e della mia immagine in particolare là dove si insinua che il mio operato sarebbe stato caratterizzato dalla tendenza a promuovere e gestire processi che diventano gogne mediatiche ma restano senza esiti”. Un comportamento “ancor più delegittimante nei miei confronti” se si pensa – osserva il magistrato torinese – che si è tenuto “nel giorno stesso in cui veniva pronunciata dalla Corte d’Appello di Palermo sentenza di condanna nei confronti di Marcello Dell’Utri, sentenza relativa a un procedimento avviato dalla procura di Palermo quando il sottoscritto ne era a capo”. Caselli chiede al Csm di “essere adeguatamente tutelato” e annuncia di riservarsi “ogni iniziativa al riguardo”.

 

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