I vigili del fuoco hanno da poco individuato quattro corpi nella parte sommersa della nave Concordia naufragata davanti all’Isola del Giglio. Lo si apprende da fonti dei soccorritori. Dal naufragio del 13 gennaio, mancavano all’appello 15 persone. Tra i corpi individuati sul ponte 4 della Costa Concordia c’é anche quello di Dayana Arlotti, 5 anni, di Rimini. La piccola si trovava in crociera con il padre. Lo riferiscono fonti vicine ai soccorritori. I corpi, rende noto la struttura del commissario per l’emergenza, sono stati individuati all’interno del Ponte 4 della nave dove oggi erano iniziate le attività di ricerca in seguito ad uno screening fatto nei giorni scorsi attraverso le testimonianze dei sopravvissuti che avevano indicato i punti dove si sarebbero potuti trovare l’ultima volta che erano stati visti alcuni dei dispersi.
Le operazioni di recupero saranno lunghe a cause delle difficili condizioni per operare. La sua bimba, Dayana, gli aveva ridato la gioia di vivere. La voglia di rialzarsi e di lottare: di rinascere dopo avere abbassato la guardia di fronte alla malattia. Il desiderio – superato un doppio trapianto e una lunga convalescenza – di assaporare la quotidianità, infranto dallo scontro della Costa Concordia sul granito dell’isola del Giglio. In quella crociera nel Mediterraneo che, per Williams Arlotti, riminese di 36 anni, doveva essere un momento denso di felicità insieme alla sua piccola e alla compagna, Michela Maroncelli: l’ennesimo gradino di una risalita difficile. “Williams aveva scoperto di avere il diabete molto giovane – aveva raccontato la cugina, Sabrina Ottaviani – Non aveva accettato la malattia e non si era mai curato” seriamente, fino che “non aveva incontrato questa ragazza”, Susy Albertini, ex moglie e madre di Dayana, “e aveva avuto una figlia. La bimba gli aveva cambiato la vita, gli aveva ridato la voglia di vivere”. Dopo la nascita della piccola, l’uomo si era curato e viste le condizioni di salute “aveva chiesto il trapianto. Due organi”, rene e pancreas, che gli sono stati donati da “uno sportivo. ‘E’ come se avessi il motore di una Ferrari – scherzava Arlotti – in una 500′”.”Aveva trascorso poi molti mesi in ospedale a Parma”. Ora “aveva deciso di godersi un po’ la vita. Aveva appena messo su casa con Michela, la nuova compagna”, sopravvissuta al naufragio nelle acque del Giglio, “e viaggiavano spesso: pensava di godersi la nuova vita”.