Il livello della corruzione in Italia rispetto agli anni di Mani Pulite e’ aumentato. ”Stiamo peggio che nel ’92”, ha detto il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, che fu uno dei protagonisti delle indagini su tangentopoli, intervenendo oggi a Napoli al convegno ”Evasione fiscale, corruzione e riciclaggio” organizzato dall’Universita’ di Napoli Federico II.

Il magistrato ha ricordato che 20 anni fa, come adesso, si era nel pieno di una crisi economica, pero’ oggi ”i livelli della corruzione sono cresciuti”. ”Ma non ho avvertito – ha aggiunto – l’urgenza dell’emergenza. C’e’ un’ emergenza nazionale su evasione fiscale e corruzione e se c’e’ significa che occorrono norme emergenziali”. Ed ha citato come esempio il reato di falso in bilancio: ”E’ stata tolta la carta di identita’, la pretendiamo per gli extracomunitari ma non per le societa’. Ci dicano: cosa intendono fare col falso in bilancio?”, ha detto ricordando peraltro tutte le norme varate nel corso degli anni che ”hanno rallentato il processo penale”. Per il procuratore, dopo Mani Pulite c’e’ stata ”una produzione legislativa finalizzata tutta al raggiungimento della prescrizione”, e ha sottolineato che l’Italia non ha rispettato gli impegni presi con la comunita’ internazionale e l’Europa in materia di lotta alla corruzione, anche in riferimento all’introduzione nell’ordinamento del reato di corruzione privata. Per sottolineare il radicamento del fenomeno dell’evasione fiscale nel Paese il magistrato ha ricordato un episodio che lo ha visto diretto protagonista. ”Ho dovuto sudare sei mesi – ha rivelato – per fare un contratto in bianco per un box perche’ mi avevano chiesto di pagare una quota in nero, pur sapendo – ha aggiunto Greco su sollecitazione del giornalista del Corriere della Sera Sergio Rizzo che moderava il dibattito – chi io fossi”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento di Vincenzo Piscitelli, pm della sezione ”criminalita’ economica” della procura di Napoli. ”Per il livello di corruzione l’Italia e’ piu’ vicina ai paesi in via di sviluppo che a quelli industrializzati”, ha affermato ricordando che ”e’ stata disattesa la grande lezione di Mani Pulite”. Da allora ”gli interventi sono stati nel segno contrario, con operazioni volte a disarticolare quello che le norme consentivano di fare. Non si e’ fatto nulla se non nella direzione opposta. Non e’ stato dato corso agli impegni internazionali”. Piscitelli ha elencato una serie di iniziative che andrebbero adottate per far fronte all’emergenza: trasparenza dei flussi contabili e finanziari, introduzione delle norme che sanzionano la corruzione privata, questione della prescrizione (in procedimenti complessi come questi ”i tempi di prescrizione sono stati drasticamente ridotti mentre sono stati allungati quelli per i reati bagattellari”), rafforzamento delle strutture preposte al contrasto dell’evasione e della corruzione. Anche Piscitelli ha messo l’accento sulla riforma del falso in bilancio: ”il falso in bilancio e’ un campanello d’allarme, un campanello che e’ stato tacitato”.

 

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