Divieto di accesso agli stadi fino ad otto anni in caso di comportamenti violenti, Daspo preventivo e “di gruppo”, allargato ai reati di ordine pubblico, obbligo di firma per i recidivi, fino a 9 anni di carcere per la frode sportiva, potere al ministro dell’Interno di vietare per due anni le trasferte: il giro di vite sul calcio promesso dal titolare del Viminale Angelino Alfano dopo la morte di Ciro Esposito, approda in Consiglio dei ministri e dovrebbe dunque essere in vigore per l’inizio della prossima stagione. Le nuove norme sono contenute in un decreto legge che, se non subirà modifiche in Cdm, dovrebbe essere approvato venerdì e che prevede anche misure per velocizzare l’iter per la concessione dello status di rifugiato – portando le commissioni territoriali dalle attuali 10 a 20 – e per raddoppiare la durata del permesso di soggiorno, che passa da uno a due anni per tutti i migranti che hanno contratti di lavoro regolari. Si tratta di misure, si legge nella bozza, “per far fronte alle crescenti esigenze determinate dalle crisi internazionali in atto in paesi del Mediterraneo e per semplificare e razionalizzare la disciplina del rilascio del permesso di soggiorno”. La parte più consistente del provvedimento è quella però che riguarda il calcio, visto che il “ripetersi di gravi episodi di violenza e turbativa dell’ordine pubblico” in occasione delle partite, “rende necessario adottare interventi urgenti finalizzati a rafforzare la prevenzione di tali fatti e a inasprire il trattamento punitivo di coloro che se ne rendono responsabili”. Quattro sono gli articoli della bozza che modificano la precedente legislazione. Il primo riguarda la frode sportiva: per chi offre, o riceve, denaro o altre utilità per alterare il risultato di una competizione sportiva, è prevista una pena che va da 2 a 6 anni di carcere, mentre fino ad oggi si fermava al massimo di un anno. Nei casi più gravi la pena può arrivare fino a 9 anni, con una multa che va da 10mila a 100mila euro. L’articolo 2 riguarda invece l’inasprimento del Daspo, il provvedimento di divieto di accesso agli stadi che viene innalzato fino ad un massimo di 8 anni e riguarda anche chi innalza striscioni, scritte e immagini incitanti alla violenza. Viene inoltre previsto il divieto “di gruppo” – non inferiore a 3 anni “per coloro che ne assumono la direzione” – e allargata la platea dei reati per i quali scatta il divieto, vale a dire i “delitti contro l’ordine pubblico e i delitti di comune pericolo mediante violenza”. Per i recidivi è previsto l’obbligo di firma in commissariato o la sorveglianza speciale. “Il divieto – si legge infatti nella bozza del decreto – può essere, altresì, disposto nei confronti di chi, sulla base di elementi di fatto, risulta aver tenuto, anche all’esterno, una condotta, sia singola che di gruppo, finalizzata alla partecipazione attiva ad episodi di violenza, di minaccia o di intimidazione tali da porre in pericolo la sicurezza pubblica o a creare turbative per l’ordine pubblico”. Un terzo articolo prevede invece una serie di norme per ‘spezzare’ il legame tra ultrà e club mentre con l’ultimo viene stabilito che il ministro dell’Interno può vietare le trasferte per un massimo di due anni. “In caso di gravi episodi di violenza commessi in occasione di competizioni riguardanti il gioco del calco – è scritto – il ministro dell’Interno, quale autorità nazionale di pubblica sicurezza, può disporre, con proprio decreto, il divieto, per una durata non superiore a due anni, di apertura del settore ospiti degli impianti sportivi in cui si svolgono gli incontri di calcio individuati in relazione al pericolo di turbativa dell’ordine pubblico”. Alle norme contenute nel decreto vanno poi aggiunti i ‘suggerimenti’ messi a punto dalla task force formata da esperti del Viminale, della Figc e delle Leghe: la creazione negli stadi di settori più piccoli, fino ad un massimo di 10mila persone, e ben separati gli uni dagli altri, in modo da rendere più facile l’identificazione dei violenti; la presenza degli steward in trasferta e la creazione del Supporter Liaison officer, la figura di raccordo tra i tifosi, istituzioni e club. Misure, queste ultime, che dovrebbero partire in via sperimentale a settembre.


 

 

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