Due detenuti sono morti in carcere, uno a Trani, per cause da accertare, un altro a Torino, impiccandosi in cella. Ed un altro ha tentato il suicidio a Vigevano. Il carcerato che si e’ tolto la vita nell’istituto penitenziario delle Vallette si e’ impiccato in cella con un lenzuolo. E’ successo ieri sera un paio d’ore prima della mezzanotte.
Il suicida, secondo quanto si apprende, e’ C.A., un romeno 37 anni in attesa di giudizio. Era recluso nella sezione ”Rugby” del blocco E. ”La polizia penitenziaria – commenta Leo Beneduci, segretario generale del sindacato Osapp – e’ sempre piu’ sola nel fronteggiare questo tipo di emergenze e, purtroppo, sempre meno in grado di risolverle. Avremmo voluto che nel 2012 il governo avesse varato misure veramente risolutive, e non i palliativi che lasciano le cose come stanno. Comprese le morti nelle carceri”. Un detenuto di 34 anni, di Lecce, e’ morto ieri nel carcere di Trani per cause in corso di accertamento. La notizia e’ stata resa nota dal vicesegretario generale nazionale dell’Osapp, Domenico Mastrulli.
La scoperta e’ stata fatta dagli agenti della polizia penitenziaria nel corso di un giro di ispezione. I genitori dell’uomo, secondo i quali il loro congiunto non era in condizioni fisiche tali da poter sopportare il regime carcerario, chiedono che si faccia chiarezza sulle circostanze della morte. Il 34/enne era detenuto per reati contro la persona e il patrimonio. ”Nel carcere di Trani – sottolinea Mastrulli – ci sono circa 400 detenuti uomini e 39 donne contro una capienza regolamentare di 233 posti letto”.
Un detenuto nel carcere di Vigevano ha tentato di suicidarsi nella propria cella intorno alla mezzanotte di ieri. Lo comunica la Uil Penitenziari. “Si tratta di un detenuto 37enne di nazionalità italiana – afferma Eugenio Sarno, Segretario generale Uil penitenziari – che ha tentato di impiccarsi con una striscia di stoffa ricavata dalle lenzuola. Fortunatamente l’agente di sorveglianza si è accorto di quanto stava capitando ed è intervenuto per liberarlo”, salvandogli la vita. Il sindacato di Polizia Penitenziaria rinnova l’appello ai politici per una soluzione al sovraffolamento carcerario. La politica trovi con urgenza soluzioni “politiche e amministrative” al problema, sempre più grave, e che lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha segnalato nel suo discorso di fine anno tra le nuove emergenze della vita civile.
E’ l’auspicio di inizio 2012 espresso dal Sappe, sindacato di polizia, che ha espresso in una nota “vivo apprezzamento” per le parole del capo dello Stato. “Come Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria, auspichiamo – afferma Donato Capece, segretario generale del SAPPE – che Governo e Parlamento trovino con urgenza soluzioni politiche e amministrative per evitare il tracollo del sistema penitenziario italiano”.
“Alla vigilia dell”indulto del 2006 – aggiunge – dicemmo che quell”iniziativa sarebbe stata un autentico suicidio politico se alla stessa non si fosse aggiunta una profonda rivisitazione delle politiche della Giustizia e dell”assetto dell”Amministrazione penitenziaria. E questo vale anche per una ipotetica amnistia”. Misure strutturali, dunque, che il Sappe torna a sollecitare.