Morta in vacanza, forse per rapina. Era a San Pedro de Macoris, nella Repubblica Dominicana, Luisa Bovolin, 56 anni, pensionata che abitava in un appartamento al primo piano di un palazzo in viale Risorgimento 36, a Borgo Trento.

La veronese aveva fatto di quella zona dell’isola, a una trentina di chilometri dalla capitale Santo Domingo, la sua seconda patria. La donna è stata trovata con segni di asfissia da soffocamento in un appartahotel denominato Agua in località Juan Dolio, dove è probabile che avesse acquistato un appartamentino. Asfissia è la causa del suo decesso. Questo è quanto stabilito dal medico legale Leonardo Radney, un patologo forense che ha eseguito l’esame esterno sul cadavere della veronese, ma il magistrato locale ha disposto l’autopsia. La donna aveva le gambe e le braccia legate con una maglietta e presentava morsi sul volto e sul ventre. Le indagini svolte dalla polizia vogliono che la donna sia arrivata in appartamento nel primo pomeriggio di lunedì accompagnata da due uomini (uno, Rafael è il portiere del residence). I due si sono allontanati alcune ore dopo, sulla Jeep della donna. Il guardiano del residence Agua loft, dove soggiornava la veronese si trova ora in stato di fermo nella caserma della polizia a Juan Dolio, ma dalle prime risultanze non avrebbe partecipato attivamente all’uccisione della 56enne veronese. Nelle ultime ore gli agenti della polizia nazionale stanno stringendo il cerchio attorno all’altro ricercato. La jeep della donna intanto è stata ritrovata sulla Caretera San Isidro, poco lontano dalla capitale. Il cadavere era stato trovato nella stanza alle 20,30 di lunedì proprio dal portiere. Il volto della donna era coperto con un cuscino, forse è premendole quello sul volto che è stata uccisa. La polizia deve ora chiarire se la donna sia stata costretta a non far identificare l’uomo che era con lei al custode quando è entrata in casa perchè minacciata, o se quella sia stata una sua scelta. La notizia della morte di Bovolin a livello ufficiale fino a ieri sera non era stata trasmessa alla prefettura veronese, ma i carabinieri erano stati nel palazzo di Borgo Trento per assumere alcune informazioni dopo aver letto la nota Ansa. «Abitava qui da circa un anno», dice il portiere del condominio di Borgo Trento, «ma di lei non sappiamo molto. È sempre stata una persona riservata. Faceva questi viaggi tre o quattro volte l’anno. Supponiamo fosse in pensione, ma in realtà non sappiamo che lavoro avesse svolto». Una persona molto educata, gentile, ma altrettanto riservata. È questa l’immagine che hanno i condomini della vittima. «Le poche volte che l’ho incontrata è sempre stata molto gentile e mi ha salutato con un sorriso», dice una vicina di casa, «ma qui c’era davvero poco, per questo non è mai stata approfondita la conoscenza. Non molto alta di statura, corporatura media, se avessi dovuto descriverla avrei pensato a una qualunque signora di mezza età. Insomma nè una vamp, nè altro. Semplicemente cordiale». «Stiamo predisponendo tutto il necessario per il rientro in patria della salma e per l’assistenza legale ai familiari di Luisa Bovolin», ha dichiarato Paolo Dussich, presidente dell’associazione degli italiani residenti in Repubblica dominicana. «L’arrivo dei familiari è previsto a breve, tormenta tropicale permettendo. Le ultime notizie del caso ricostruiscono la presenza della donna in spiaggia fino alle 16 di lunedì», aggiunge, «poi è arrivato all’Agua loft un conoscente della donna, che la frequentava da un certo periodo, ed un altro uomo presentato come fratello di quest’ultimo. Il corpo senza vita di Luisa Bovolin è stato trovato dal guardiano del residence poco dopo le 20 locali».

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