”Dobbiamo sbrigarci a portare la droga, le scuole stanno per aprire… Sai come funziona”: a parlare e’ Massimo Romaniello, di 33 anni, uno dei tre trafficanti arrestati nel corso di un’operazione condotta dagli agenti del commissariato Centro di Milano e dalla Dia.

Un lavoro di squadra che ha permesso di sequestrare nella notte tra giovedi’ e venerdi’ 3 tonnellate e 700 chili di hashish nascosti in uno yacht di lusso ormeggiato nel porto di Imperia. Le parole di Romaniello sono state intercettate insieme a un altro sms che ha inviato alla sua compagna, e che ha convinto gli investigatori che la banda era ormai pronta a scendere a terra dopo aver viaggiato a bordo dell’imbarcazione dal Marocco: ”Amore non vedo l’ora di vederti, stiamo arrivando”. Una volta a terra, pero’, i tre hanno trovato gli agenti con le braccia aperte per arrestarli. Le altre persone coinvolte sono Giulio e Cosma Dell’Olio, nipote e zio originari di Bisceglie rispettivamente di 46 e 51 anni. Una quarta persona, il francese di 49 anni Jean Luc C., era stato bloccato dalla polizia nel porto di Varazze, ma successivamente e’ stato scarcerato e indagato per favoreggiamento. Di questi, solo Romaniello ha un precedente per droga. Nonostante cio’ il gruppo lavorava da tempo e grazie ad altri viaggi di questo tipo era riuscito a mettere insieme 4 milioni di euro per acquistare le 3,7 tonnellate di hashish; droga che, secondo gli investigatori, avrebbe fruttato sul mercato al minuto tra 35 e 40 milioni di euro. L’imbarcazione, uno ‘Sheldan’ della Falcon di 22 metri e mezzo, era stata noleggiata dalla societa’ del francese. E’ partita all’inizio di settembre dalle coste del Marocco, dove il gruppo ha comprato lo stupefacente da una fattoria sulle montagne, e ha fatto rotta per la Liguria transitando prima per la Spagna. I trafficanti hanno scelto uno yacht di lusso perche’ convinti di passare inosservati e ne hanno utilizzato uno inferiore ai 24 metri cosi’ da evitare la presenza di un comandante. Dopo quello di Agrigento del 2009, questo e’ il piu’ grande sequestro di hashish mai effettuato in Italia. L’unica differenza, spiegano gli investigatori, e’ che in quel caso era coinvolta anche la Dea (Drug Enforcement Administration) americana, mentre stavolta hanno agito sette agenti italiani, 4 del commissariato milanese e 3 della Dia.

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