“Da domenica passo la notte in macchina tra brevi assopimenti, aspettando che il buio cessi. Sono nato qui e in questa terra mi ostino a restare da terremotato. Bondeno, nella parte occidentale della pianura Ferrarese, confina con il Modenese, Finale Emilia è a pochi chilometri. Tutto è cominciato quella primissima mattina di domenica, con la mia sveglia puntata alle 4.30”.

Comincia così la lettera di Paolo Malagodi, colpito senza danni ingenti dal terremoto che ha scosso l’Emilia, pubblicata oggi in prima pagina dal Corriere della Sera. Malagodi denuncia che le vittime come lui sono “già state dimenticate”. “La nostra insoddisfazione – spiega – nutrita dall’incessante angoscia per una terra che continua a tremare, si unisce alla rabbia per non vedere nessuno – al di là della fugace comparsa di Mario Monti – dei politici di spicco in doverosa visita a questo territorio”.

 

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