Estorsioni e depistaggi per favorire il clan Cenicola-Rizzi. Sono pesanti le accuse mosse dalla magistratura di Lucera (Foggia) ai quattro carabinieri arrestati all’alba dalla Polizia assieme ad altre 12 persone. Su altri tre militari dell’Arma pende invece una richiesta di interdizione dalla professione sulla quale dovra’ pronunciarsi il gip dopo aver interrogato i tre indagati, accusati di falsita’ ideologica. Sullo sfondo emerge un’attivita’ tutt’altro che edificante della compagnia Carabinieri di Lucera dalla quale i quattro militari arrestati e il loro comandante erano stati allontanati gia’ da qualche tempo.

I 16 arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, omicidio premeditato, estorsione, incendio doloso, danneggiamento, minacce, favoreggiamento reale e rivelazione del segreto d’ufficio. Le indagini sono state avviate dal procuratore Domenico Seccia dopo l’omicidio di Fabrizio Pignatelli, ucciso in un agguato compiuto con colpi d’arma da fuoco il 30 agosto 2011, mentre si trovava nei pressi del suo circolo privato, Atlantic City. Dagli accertamenti e’ emerso che i carabinieri arrestati avevano rapporti molto stretti con alcuni degli indagati tanto da aiutare qualcuno durante la latitanza, da omettere la verbalizzazione di fatti di rilevanza investigativa e di ridimensionare particolari denunciati dalle parti offese. Tutto per favorire – secondo l’accusa – il clan guidato dal tridente formato dai parenti omonimi Antonio Cenicola, di 39 e 66 anni, e da Antonio Ricci, di 35. Le indagini hanno accertato, tra l’altro, che era in corso una scissione in due tronconi del gruppo criminale facente capo alla famiglia Ricci. Nell’ambito di tale scissione erano contrapposti Antonio Ricci e il cognato Vincenzo Ricci, il quale si era alleato a Fabrizio Pignatelli e voleva riappropriarsi, dopo un ventennio trascorso in carcere, del mercato lucerino della droga e delle estorsioni. Investigando sul gruppo delinquenziale e’ emerso che i carabinieri avrebbero offerto ‘appoggio’ alla malavita. Agli arresti sono finiti per estorsione, il carabiniere Luigi Glori, di 52 anni, di Foggia, e con le accuse di associazione per delinquere, estorsione e favoreggiamento, i carabinieri Michele Falco, di 49 anni, di Napoli, Giuseppe Sillitti, 46 anni, di Caltanissetta, e Giovanni Aidone, 48 anni di Vizzini, in provincia di Catania. ”Una storia, quella che emerge dall’inchiesta, dalla quale e’ difficile distinguere chi sono le guardie e chi i ladri”, spiega un investigatore. Perche’ i quattro avrebbero assecondato l’attivita’ del clan Cenicola-Ricci che avrebbe imposto l’acquisto dei propri prodotti ittici e ortofrutticoli al ristorante Il Carretto e al bar caffetteria Nocelli. Imposizioni che erano finalizzate ad impoverire i titolari dei locali e ad assumere la gestione delle attivita’. Estorsioni che hanno costretto il titolare de ‘Il Carretto’ ad abbandonare Lucera e a lavorare nel Nord Italia come cameriere.

 

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