All’inizio sembrava un omicidio-suicidio. Due corpi – quelli di Sara Baldi aspirante infermiera pratese di 23 anni, e del suo compagno Imad Merouane, imbianchino marocchino di 28 – feriti da diverse coltellate e stesi su un materasso appoggiato al pavimento del soggiorno, dove la coppia dormiva in queste giornate estive.
Li ha trovati ieri in tarda mattinata il padre della giovane, che vive al piano sotto quello della coppia, in via Ariosto a Prato. Con il passare delle ore, carabinieri e procura hanno capito che qualcosa non funzionava nella prima ipotesi. La casa era a soqquadro, c’era sangue in tutte le stanze. Schizzi violenti, finiti anche sul soffitto. E poi due coltelli, uno da cucina e uno a serramanico, non lontani dai corpi. Si è così iniziato a pensare a un litigio tra i due, finito in modo drammatico. Ma anche questa ricostruzione non convinceva. Intanto era strano che i corpi fossero entrambi finiti sul letto e poi, soprattutto, Imad Merouane aveva ferite molto profonde al viso, inferte con una violenza difficilmente pensabile per una donna. Oltretutto all’uomo sono state trovate fratture dietro la testa, come se gli avessero sbattuto la testa contro il muro. Questa mattina si è svolta l’autopsia, disposta dai pm Eligio Paolini e Roberta Pieri, ed è arrivato un nuovo colpo di scena. Il medico legale ha trovato due ferite da arma da fuoco sui cadaveri, su un lato della testa del giovane e vicino al cuore della donna. Qualcuno ha sparato, forse con un fucile a pallini, di quelli da cacciatore, ma in casa non ci sarebbero tracce di armi. E così adesso si pensa al duplice omicidio. Ma c’è un altro aspetto che non quadra in questo giallo estivo. I due giovani sono morti, ha detto sempre il coroner, intorno all’1 di notte. Prima lei e poi lui. Ebbene, nessuno dei vicini, neanche il padre che vive al piano di sotto, ha sentito niente. Nè i rumori di uno scontro che ha quasi devastato un appartamento, nè le grida, nè i colpi di arma da fuoco. Questa sera arriveranno i Ris di Roma alla ricerca di elementi importanti per le indagini, per capire se ci sono tracce del passaggio di una terza persona. Ma, un altro particolare che gli inquirenti stanno valutando attentamente, la porta d’ingresso non ha segni di forzatura. E nel pomeriggio i carabinieri sono andati a casa del padre di Sara Baldi e hanno sequestrato due fucili, regolarmente detenuti. All’uomo, che è un cacciatore, è stato fatto il guanto di paraffina, l’esame che permette di chiarire se una persona ha sparato nelle ore precedenti.