Sequestrato tre anni fa nell’ambito di una indagine per evasione fiscale, Mustang Grif, cavallo figlio del mitico Varenne, ogni volta che gareggia e vince, cosa che accade spesso, porta migliaia di euro nella casse dell’erario. Mustang Grif, infatti, dall’atto del sequestro, fa parte temporaneamente della scuderia della Guardia di finanza di Padova che lo fa correre a tutto vantaggio delle casse dello Stato alle quali ha portato gia’ 150 mila euro.
Mustang Grif e’ sotto sequestro nell’ambito di un’indagine che ha portato alla scoperta di due milioni di euro di evasione fiscale, oltre ad un giro di riciclaggio internazionale la cui indagine si e’ conclusa nelle scorse settimane. Gli uomini delle fiamme gialle hanno contestato ad un presunto evasore padovano, attivo nell’ambito della logistica, l’omesso versamento di Iva e ritenute Irpef per 1,5 milioni di euro e di contributi previdenziali per oltre 2,2 milioni nonche’ il riciclaggio internazionale, la bancarotta fraudolenta e l’impiego di beni di provenienza illecita. L’inchiesta della Guardia di finanza di Padova ha accertato che il titolare di un’azienda di trasporto aveva frodato il fisco lasciando 300 dipendenti senza contributi per la passione dei cavalli e delle corse. Ben 11, con Mustang Grif, gli esemplari messi sotto sequestro che venivano ”foraggiati” grazie al denaro che l’imprenditore non versava all’Erario riciclando milioni di euro attraverso una fiduciaria in Svizzera. Le fiamme gialle hanno trovato la documentazione contabile, 20 metri cubi di carteggi pari a 10 quintali di carta, in due furgoni pronti per essere fatti sparire. Nel tentativo di eludere la Guardia di finanza, alla quale non era sfuggito l’alto tenore di vita a fronte del reddito dichiarati, l’imprenditore ha anche tentato di trasferire fittiziamente la preziosa scuderia ad un prestanome. L’imprenditore e’ stato denunciato alla Procura della Repubblica di Padova, che ha coordinato le indagini, per reati tributari e bancarotta fraudolenta. Con lui sono indagati la moglie, per riciclaggio, un terzo soggetto, per il reato di ”impiego di beni di provenienza illecita” – poiche’, pur consapevole dell’origine truffaldina dei cavalli, li ha fatti gareggiare in competizioni ufficiali – nonche’ un quarto complice, per il reato di distruzione e occultamento di scritture contabili.