Ora che Franco Fiorito è in cella e si prepara all’interrogatorio di domani si cercano i complici, si cerca chi possa avere preso parte, in accordo con l’ex capogruppo del Pdl alla Regione Lazio, alla spoliazione sistematica e spregiudicata dei fondi destinati al gruppo.
Al momento nel registro degli indagati, oltre a Fiorito, sono iscritti i suoi segretari Bruno Galassi e Pierluigi Boschi. Nei loro confronti non sono stati presi provvedimenti in quanto al momento non sono emersi “arricchimenti personali” come nel caso di “Batman”. Ma l’attività del procuratore aggiunto Alberto Caperna e il sostituto Alberto Pioletti si concentra ora su questo mentre la Guardia di Finanza è impegnata sulle verifiche da fare su altri 4,6 milioni di euro movimentati negli ultimi due anni dall’ex capogruppo. Procede spedita anche l’inchiesta di Viterbo sulle fatture false e la prossima settimana potrebbero essere ascoltati quei membri del coordinamento regionale del Pdl che presero parte alla riunione del 12 settembre nella quale si decise di divulgare il dossier con i documenti contabili contraffatti in una guerra che aveva come obiettivo Francesco Battistoni, ovvero Antonio Tajani. Anche per questo gli inquirenti di piazzale Clodio hanno incontrato nel pomeriggio il collega di Viterbo Massimiliano Siddi,titolare dell’inchiesta sul giro di false fatture. A potere comparire in procura potrebbero esserci anche lo stesso Battistoni e l’ex assessore all’Agricoltura Angela Birindelli. Fiorito, infatti, ha attribuito a Battistoni un blitz nel suo ufficio, avvenuto il 18 agosto scorso, dove erano conservate le fatture sulle spese del gruppo. Mentre, stando al racconto di Fiorito, l’ex assessore Birindelli gli avrebbe chiesto una copia del dossier con le false fatture. Sia Battistoni che Birindelli smentiscono gli episodi. Nel quadro degli accertamenti sulle false fatture lo stesso Siddi potrebbe convocare anche il coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso che si è dichiarato disposto ad essere ascoltato. E sempre nella Tuscia le Fiamme gialle hanno passato oggi al setaccio i ristoranti dove Battistoni ha organizzato cene o pranzi ‘politici’ pagati con i fondi del gruppo Pdl, cene per centinaia di persone in locali con poche decine di coperti. Tra le località visitate Civita Castellana, Orte, Nepi Corchiano, Sutri, Gradoli e Capodimonte. Ai titolari dei locali è stato chiesto di mostrare la contabilità e di consegnare le copie delle fatture, alcune delle quali da 6-7mila euro. Il pm Siddi ha infatti incaricato i finanzieri di verificare se gli importi delle fatture corrispondano a quelli sui documenti contabili depositati da Franco Fiorito alla procura di Roma e, precedentemente, finite nel cosiddetto dossier. Intanto Franco Fiorito, tonico e tranquillo, come raccontano i suoi legali, si sta preparando all’interrogatorio di garanzia di domani nel carcere di Regina Coeli. “Sono sereno per domani” ha detto l’ex capogruppo Pdl alla Regione Lazio ai suoi difensori, Carlo Taormina ed Enrico Pavia, che oggi sono andati a trovarlo per concordare le strategie difensive davanti al gip Stefano Aprile che lo accusa di aver trafugato quasi 1,4 milioni di euro. Intanto l’ordinanza è già stata impugnata al tribunale del Riesame. La data di esame del caso deve essere ancora stabilita, ma in quell’occasione, come sottolineato da Taormina, sarà riproposto il tema dell’insussistenza del reato di peculato, contestato a Fiorito, e che “eventualmente deve essere presa in esame l’appropriazione indebita in quanto i partiti sono delle associazioni private”.