La corruzione sistemica pregiudica l’economia nazionale e provoca danni per 60 miliardi di euro. La Corte dei Conti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, e’ tornata ad alzare l’indice contro “la piaga che si annida nella pubblica amministrazione”.
Oltre “al prestigio, all’imparzialita’ e al buon andamento della pubblica amministrazione – ha affermato il presidente Luigi Gampaolino – pregiudica la legittimazione stessa delle pubbliche amministrazioni e l’economia della Nazione”. La corruzione, ha insistito il procuratore generale, Salvatore Nottola, “e’ una piaga” che “si annida in tutte le pieghe della pubblica amministrazione” in maniera cosi’ profonda che e’ difficile stabilire “a quanto ammonta e fin dove si spinge”. La stima di 60 miliardi “e’ un dato orientativo”, ha precisato Nottola. “E’ un dato che usci’ parecchi anni fa da alcuni studi fatti dalla Guardia di Finanza. Non possiamo fondarci su questo dato che e’ risalente ad alcuni anni fa”. Di certo, comunque, il fenomeno si annida di frequente “nelle aree di coesistenza di capitali ‘pubblici’ e ‘privati'”, ha poi spiegato il Pg che ha aggiunto: “Sono ben note le situazioni di dissesto finanziario nelle quali spesso di trovano gli enti partecipati le condotte illecite che si sostanziano in acquisti poco avveduti, illegittime assunzioni di personale e di consulenti, e non raramente fatti di rilevanza penale”. Il procuratore generale ha parlato poi delle conseguenze dannose che ricadono sulle amministrazioni di riferimento, “essendo intuitivo che ci troviamo di fronte a una sostanziale identita’ tra pubblica amministrazione conferente e societa’ privata e che i due patrimoni non sono nettamente distinti e separati e che comunque quello pubblico non e’ insensibile e impermeabile rispetto ai comportamenti dannosi”.