La preoccupazione sul futuro dello stabilimento si coglie nelle parole e sui volti delle tute blu che oggi varcano i cancelli dell’Ilva dopo due giorni di sciopero indetti da Fim e Uilm. Francesco L. ha 40 anni, due figli e lavora ai parchi minerali da dove, quando c’é vento, si sollevano le polveri che anneriscono il quartiere Tamburi, il più vicino al siderurgico. “Il mio stipendio – racconta prima di entrare in fabbrica – é l’unica fonte di reddito per la mia famiglia.
Sono molto preoccupato ma confido che qualcuno alla fine ci aiuterà, altrimenti regaleremo le nostre case alle banche”. Le storie sono molto simili perché tutti gli operai dicono di avere un mutuo da pagare e tantissimi sono monoreddito. Giuseppe C., 38enne, sposato e padre di due bambini, ha un mutuo che finirà di pagare tra 25 anni. Dice: “Non avere lo stipendio e non sapere come sbarcare il lunario per sfamare le nostre famiglie é una cosa che mi terrorizza: non sappiamo come faremo a sopravvivere”.