Nessuna barca a sua disposizione per mesi e mesi ma sullo yacht con Pierangelo Daccò e Antonio Simone, finiti in carcere, e con i loro amici e parenti, Roberto Formigoni c’é stato: a bordo dell’ Ad Maiora, invitato sempre da Simone, suo amico “da 40 anni”, ha trascorso “qualche week end di giugno o luglio” e “alcuni giorni durante le vacanze di agosto”.
In una lettera aperta il governatore spiega, “corregge e smentisce” solo “alcune delle più grandi falsità che sono state scritte in questi giorni” perché rispondere a tutte sarebbe impossibile “per chiunque”. E parla di “speculazioni e attacchi politici senza precedenti” che avrebbero lo scopo di minare la credibilità della Regione Lombardia e di chi la guida. Attacchi che “falliranno come sono falliti finora: non cederò – scrive – al ricatto”. Nei verbali dell’interrogatorio del faccendiere, sostiene, non c’é niente di penalmente rilevante che riguardi lui e i suoi collaboratori ma, comunque, Formigoni “corregge o smentisce”. Lo yacht, innanzitutto: c’é stato qualche week end, alcuni giorni, “altro che barche a totale disposizione per mesi e mesi”. Poi le spese al Meeting di Rimini (tradizionale appuntamento di Comunione e Liberazione) che il faccendiere avrebbe sostenuto: “Le spese al Meeting di Daccò mi riguardano solo molto parzialmente: ho partecipato a tutte le 31 edizioni del Meeting e sono stato a colazioni o a cene con centinaia di ospiti; con Daccò soltanto 2 o 3 volte in tutto. E basta”. Altro punto: “Mai stato a Rio de Janeiro con Daccò”. E ancora: “Le spese attribuite a Daccò nei resoconti giornalistici non riguardano certo me o solo me. Ricordo che Daccò è stato in tutti questi anni un imprenditore in campo sanitario soprattutto all’estero con migliaia di rapporti in tutto il mondo”. Ultima vicenda da “correggere o smentire”: “51mila euro per un volo da Milano a Nizza come oggi pubblicato??? Questa è una di quelle cifre inverosimili che tolgono ulteriore credibilità al tutto”. E mentre dalle opposizioni di centrosinistra continuano a chiedergli di dimettersi, Formigoni chiude ogni spiraglio a questa ipotesi. Ieri aveva detto che “se qualcuno dimostrasse che Daccò ha avuto un vantaggio dai rapporti con me mi assumerò le mie responsabilità e mi dimetterò”. Oggi ha ribadito il concetto, con un particolare in più: dimostrare che il faccendiere ha avuto vantaggi grazie a lui è semplicemente “impossibile. Ripeto, impossibile”.