“Sarebbe bastato effettuare l’evoluzione partendo da abbrivio zero, con il contratto di rimorchio-manovra cosiddetto ‘a macchina spenta’. Come chiaramente evidenziato in sede di s.i.t. Delle Piane Alberto, amministratore delegato della societa’ concessionaria del servizio di rimorchio (Rimorchiatori riuniti porto di Genova Srl) un’evoluzione effettuata in questo modo avrebbe comportato un aggravio di tempo di pochissimi minuti ed una maggiorazione di spesa assai ridotta, stimabile in circa 1200 euro”.

L o scrive il gip Ferdinando Baldini nell’ordinanza interdittiva emessa ieri a carico del comandante Roberto Paoloni, del primo ufficiale Lorenzo Repetto e del pilota del porto Antonio Anfossi che la sera del 7 maggio scorso erano in plancia della Jolly Nero, la nave che ha abbattuto la torre piloti del porto di Genova causando nove vittime. Secondo il magistrato numerosissimi sono stati gli errori e le omissioni da parte dei tre uomini deputati ad effettuare la manovra di evoluzione della nave. Per questo ha disposto che non lavorino per almeno per due mesi. Paoloni e Anfossi sono in convalescenza mentre Repetto e’ in navigazione sulla Jolly Nero. Al comandante e al pilota il gip ascrive le decisioni errate di “effettuare la manovra con abbrivio, invece che ad abbrivio zero, con nave dotata di un solo motore tra l’altro con necessita’ di spegnimento; effettuare la manovra con abbrivio nonostante la presenza di persone nella torre piloti e nelle palazzine site sulla traiettoria; decisione di impostare tale manovra nonostante il motore avesse avuto vari malfunzionamenti in passato ed addirittura abbia avuto una mancata partenza gia’ in prova; effettuare la manovra in quella situazione pur in assenza di contagiri; avvallo della decisione di interrompere il collegamento costante con la sala controllo macchine; mancato controllo sulla risposta del motore ai comandi”. Quando hanno appreso che il motore non era ripartito i due hanno commesso secondo il gip “omissione perdurante fino all’impatto dell’ordine del riavvio del propulsore e controllo sull’esecuzione e la riuscita dell’ordine; omissione fino alla distanza di 25 metri dalla banchina dell’ordine di gettare le ancore immediatamente; omissione perdurante fino all’impatto dell’ordine di segnalare con segnali acustici nonche’ visivi e via radio la situazione di pericolo”. Il primo ufficiale Repetto secondo il gip “interruppe il contatto costante con la sala controllo macchina; omise di informare immediatamente il comandante e il pilota del mancato avviamento del motore proprio nel momento piu’ critico della manovra di evoluzione; tacito’ l’allarme di mancato avviamento, nella piu’ benevola delle ipotesi senza neppure guardare il quadro allarmi che aveva dinnanzi a se’ e senza neppure accorgersi del mancato avviamento; forni’ a specifica e reiterata domanda del comandante una risposta fallace circa il mancato avviamento del motore omettendo (sempre nella piu’ benevola delle ipotesi) di guardare addirittura le spie che aveva di fronte ed in ogni caso di informarsi immediatamente con la sala macchine; omise di procedere al riavvio del motore (fino al momento dell’impatto) secondo la semplice procedura standard che conosceva perfettamente e che e’ scritta su una targa incisa davanti alla sua postazione”.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui