Le autorita’ dello Stato indiano del Kerala hanno chiesto ancora una volta oggi giustizia ed una giusta punizione per i responsabili della morte in mare di due pescatori, una vicenda in cui e’ attualmente implicato l’equipaggio e gli uomini della sicurezza della petroliera italiana ‘Enrica Leixe’ attualmente ancorata nel porto di Kochi.
Prendendo posizione, il ‘chief minister’ del Kerala, Oommen Chandy, ha detto che ”siamo di fronte ad un caso chiaro di crudele assassinio” e che ”si tratta di vicenda molto seria” per la quale ”non permetteremo ai responsabili di andarsene”. ”Noi – ha poi sostenuto – non accettiamo le argomentazioni che ci sono state fornite a giustificazione del fatto. Dobbiamo comunque agire con cautela perche’ e’ la prima volta che in Kerala, e forse in tutta l’India, succede una cosa del genere”. Da parte sua il Ministro della Marina del Kerala, GK Vasant, ha definito inaccettabile l’incidente in cui ”uomini armati italiani hanno sparato contro pescatori indiani”. Nel caso di un attacco di pirati come asserito dall’equipaggio italiano, ha infine detto – vi sono delle procedure internazionalmente accettate che in questo caso non sono state rispettate” dal capitano della nave, Umberto Vitelli. Intanto S.P.S. Basra, comandante della regione occidentale della Guardia costiera, ha indicato che i suoi uomini hanno utilizzato una ”tattica ingegnosa” per riportare indietro la ‘Enrica Leixe’ dopo l’incidente. ”Eravamo nel buio piu’ completo riguardo a chi avesse potuto sparare ai pescatori – ha aggiunto – e grazie ai segnali del radar abbiamo localizzato quattro navi che si trovavano in un raggio fra 40 e 60 miglia nautiche dal luogo dell’incidente. Abbiamo chiesto se avessero respinto per caso un attacco dei pirati e solo l’unita’ italiana ha risposto positivamente”. A questo punto, ha concluso, le abbiamo chiesto di tornare a Kochi”.